Andrea Casavecchia

La migliore qualità della vita e il livello di benessere più alto non solo permettono un innalzamento dell’età media, ma maggiori opportunità di essere attivi e protagonisti. Le persone “anziane” possono disporre di più tempo e possono scegliere come investirlo. In alcuni molti casi sembra che dopo i 65 anni si entri in una nuova fase della giovinezza, nella quale si manifestano occasioni per cogliere e apprezzare esperienze con una maturità diversa.

Longevi e in buona salute gli over 65enni portano un protagonismo e una vitalità particolare. Sono una irruzione, a cui la società non è abituata. L’indagine sulla “silver age” mostra la vitalità nel mondo dei consumi: la ricchezza di questa fascia d’età: in termini reali è aumentata del 77%, e oggi rispetto alla media degli italiani dispongono del 13,7% di ricchezza in più. Sono anche la fascia della popolazione che acquista di più e meglio: come rilevano i ricercatori Censis – sono interpreti di un modello di consumo della neosobrietà. Scelgono di spendere per visitare mostre e musei, cinema e siti archeologici, concerti, balere e vacanze.

Gli over 65 si mettono a disposizione degli altri, a partire dall’offerta di supporto ai familiari. Praticamente tutti hanno nipoti da guardare. Un buon gruppo tra loro – 3milioni e 600mila – li accudisce quotidianamente. Diventano così un supporto centrale per facilitare il lavoro dei gentori. Oltre il 60% offre, inoltre, un supporto economico per le generazioni successive. Infine gli over 65 attivi – ci dice l’indagine – promuovono e apprezzano esperienze di socialità.

Quando si cerca il dialogo tra le generazioni bisognerebbe valorizzare meglio questo protagonismo e iniziare a chiedere, quanto la silver age possa ancora offrire alla costruzione della coesione sociale della nostra comunità.

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