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A tu per tu con Mariemma Bertoni che ci racconta cos’è l’Unitalsi

DIOCESI – Nella nostra diocesi è presente e viva una realtà che senza troppo clamore si prende cura di tanti anziani e malati. Stiamo parlando dell’Unitalsi (Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali). Per conoscere meglio questa associazione abbiamo intervistato il Presidente della Sottosezione diocesana di San Benedetto del Tronto Mariemma Bertoni

Lei come è entrata a far parte dell’Unitalsi?
Sono entrata nell’Unitalsi quasi in modo casuale. Mia figlia per i suoi 18 anni mi ha chiesto di andare in pellegrinaggio con lei sul treno bianco diretto a Lourdes. La cosa mi è sembrata talmente strana che io sono andata subito a comprarle qualocosa che a mio parere le facesse piacere per l’evento della maggiore età. Quando poi mia figlia è tornata dal pellegrinaggio da Lourdes ho visto una carica e un entusiasmo così grandi che mi sono “arresa”. Il racconto di quanto aveva vissuto mi ha conquistato e così quando l’anno successivo me lo ha riproposto ho detto di sì. Al tempo ero una capo scout nella parrocchia di San Filippo Neri e ho coinvolto i ragazzi dai 17 ai 22 anni del mio gruppo in questa avventura. Quest’esperienza di pellegrinaggio a Lourdes insieme ai malati si è poi riproposta per diversi anni. Da allora mi sono avvicinata sempre di più alla vita dell’Unitalsi e ne ho condiviso quotidianamente l’esperienza, fino a diventarne responsabile diocesana tre anni e mezzo fa.

Qual è la vita ordinaria dell’Unitalsi?
La vita ordinaria dell’Unitalsi è fatta di quotidianità e continuità. Sono varie le attività proposte: ne elenco alcune. Il “diurno” è un servizio attraverso il quale molti anziani vengono accompagnati con i nostri pulmini dalle proprie case alla nostra sede (che si trova presso il centro “Biancazzurro”, ndr) dove poi si gioca a carte, a tombola, si fa merenda e si recita il rosario. È sempre maggiore il numero delle persone che ci chiedono di usufruire di questo servizio e ciò significa che i nostri anziani hanno sia il bisogno di uscire da casa sia il desiderio di incontrarsi con altre persone per vincere la solitudine. Il diurno non si svolge solo presso la nostra sede, ma anche presso alcune parrocchie come quelle di Porto d’Ascoli, Castignano, di Colonnella e di Cupra. Per quanto possibile cerchiamo di portare le medicine nelle case di quei malati che sono impossibilitati a muoversi.

Quali sono invece gli appuntamenti a cadenza mensile o annuale?
Una volta al mese viene organizzata una gita fuori porta. Spesso la meta è un santuario o una chiesa: qui ci fermiamo per la celebrazione della Messa e poi abbiamo un pranzo comunitario. Cade anche una volta al mese una cena che facciamo nella nostra sede oppure in qualche ristorante. Un momento molto sentito da tutta l’Unitalsi è la Messa celebrata in Cattedrale in occasione della Giornata Mondiale del Malato che cade l’11 febbraio, festa della Madonna di Lourdes. Grande importanza anno per la vita della nostra associazione i pellegrinaggi. Ogni anno viene proposto un pellegrinaggio che dura tre o quattro giorni a Loreto, mentre a luglio c’è il pellegrinaggio regionale a Lourdes e a settembre quello nazionale. Un altro momento molto bello e partecipato è quello della vacanza estiva che si svolge a Ferrà di Montemonaco dove si trova una nostra struttura molto attrezzata che è in grado di accogliere persone disabili in quanto ogni barriera architettonica è abbattuta.

Quante persone aderiscono all’Unitalsi e come si struttura la vostra realtà associativa?
Nella nostra Sottosezione che insiste sulla diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto abbiamo 350 tesserati, ma sono molte di più le persone che gravitano attorno all’Unitalsi. Si tratta di uomini e donne che in modo volontario, compatibilmente con i propri impegni familiari e lavorativi, dedicano del tempo a chi ne ha bisogno. Per quanto riguarda la stuttura, l’Unitalsi si basa sulle Sottosezioni che operano in ambito diocesano. Alle sottosezioni si aggiungono i vari gruppi parrocchiali, specialmente nelle diocesi più grandi. C’è poi un ambito regionale (Sezione) e uno nazionale, ognuno con un consiglio e un presidente.

Cosa le sta maggiormente a cuore dell’Unitalsi?
Nell’Unitalsi sento la possibilità di vivere la fede e quindi di vivere con spirito cristiano tanto le gioie, quanto le difficoltà: può capitare un periodo di stanchezza, di scoraggiamento, poi però sono le persone che aiutiamo che ci danno la forza di andare avanti e di riprendere il cammino con più vigore.