La Chiesa non è una Ong, la Chiesa è un’altra cosa”.
A ribadirlo è il Papa, nel libro-intervista di Gianni Valente a conclusione del Mese missionario straordinario. Il volume, intitolato “Senza di Lui non possiamo fare nulla. Una conversazione sull’essere missionari oggi nel mondo”, sarà nelle librerie da domani 5 novembre, edito da Lev (Libreria editrice vaticana) e San Paolo. “Ma la Chiesa – prosegue Francesco – è anche un ospedale da campo, dove si accolgono tutti, così come sono, si curano le ferite di tutti. E questo fa parte della sua missione. Tutto dipende dall’amore che muove il cuore di chi fa le cose”. “Se un missionario aiuta a scavare un pozzo in Mozambico, perché si è accorto che serve a quelli che lui battezza e a cui predica il Vangelo, come si fa a dire che quell’opera è separata dall’annuncio?”, l’obiezione del Papa, secondo il quale “si può fare missione secondo Cristo anche costruendo campi di calcio per i bambini della periferia di Buenos Aires”.

L’esempio citato, ancora una volta, è quello di suor Maria Concetta Esu, che fa l’ostetrica da più di 60 anni nell’attuale Repubblica democratica del Congo e ha fatto nascere migliaia di bambini e di bambine. “Alcuni fenomeni legati alla globalizzazione interessano anche la vocazione missionaria”, fa notare il Santo Padre interpellato sull’argomento: “Ad esempio, gli spostamenti di moltitudini di persone in cerca di lavoro o in fuga da guerre e povertà ha portato milioni di battezzati in regioni del mondo dove l’annuncio del Vangelo non aveva mai fatto nascere comunità locali. E porta nei Paesi in cui vivono i cristiani persone che non hanno mai conosciuto il nome di Gesù. I cristiani non possono avere paura di questi fenomeni. Che aprono anche nuovi cammini e nuove possibilità all’annuncio del Vangelo”.

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