Il contributo dei laici è decisivo: abbiamo bisogno di laici impegnati anche in politica”. Ne è convinto mons. Pedro José Conti, vescovo di Macapá, in Brasile, che al briefing sul Sinodo per l’Amazzonia ha portato l’esperienza della sua diocesi, 148 chilometri quadrati – quasi la metà di tutto il territorio italiano – dove una parrocchia ha oltre 100 comunità e solo un sacerdote a disposizione, che celebra due messe all’anno in ogni comunità. “Chi porta avanti il lavoro sono i laici e le laiche”, ha raccontato il vescovo, auspicando la valorizzazione del laicato come “antidoto al clericalismo”: “Hanno una famiglia e delle competenze professionali: noi vescovi spesso facciamo finta di sapere tutto, ma abbiamo bisogno delle competenze specifiche dei laici”. “Abbiamo bisogno di laici impegnati anche in politica”, l’auspicio del presule: “Cristiani preparati, che abbiano coscienza della dottrina sociale della Chiesa, che credano nel Regno di Dio e siano disposti anche ad entrare in politica”.

Mons. Conti ha citato anche il tema del lavoro e l’esperienza delle cooperative per le riserve estrattivistiche, che “sfruttano i prodotti della foresta ma senza distruggerla”. “Vivono della foresta e della commercializzazione dei loro prodotti”, ha aggiunto a proposito della “foresta in piedi”: “Sono uomini e donne che lavorano, ma che grazie alla loro saggezza ancestrale sanno rispettare i prodotti naturali della foresta, che potrebbero essere commercializzati in tutto il mondo”.

 

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