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FOTO Don Tiziano è il nuovo parroco di Rotella

Di Nerina Galiè

ROTELLA – Fa le prediche corte don Tiziano Napoletani, 54 anni, per questo i parrocchiani gli vogliono bene. Lo ha detto lui stesso, la sera di giovedì 10 ottobre a Rotella nella chiesa di San Lorenzo, in occasione della cerimonia per il suo insediamento, in sostituzione di don Vincent Chukwumamkpam.
Un simpatico esordio per stemperare l’emozione del momento e l’ha ulteriormente arricchito confessando la paura di non essere il benvenuto nella nuova parrocchia, che guiderà insieme a quella di Castignano, poiché avvicinandosi sentiva odore… di letame. Il timore era infondato, e don Tiziano lo ha capito subito dall’accoglienza che gli è stata riservata dai nuovi parrocchiani, il sindaco di Rotella Giovanni Borraccini in testa. In molti hanno atteso lui ed il suo aiutante, padre Aro degli Araldi della Buona Novella, per accompagnarli nella chiesa di San Lorenzo, dove si è svolta la celebrazione presieduta da monsignor Carlo Bresciani, vescovo della diocesi di San Benedetto, Montalto delle Marche e Ripatransone, e concelebrata da numerosi parroci del territorio. Tanti i fedeli di Rotella e pure di Castignano, con il sindaco Fabio Polini ed il Comandante della stazione dei Carabinieri Antonio Paolo Mincone.

«Come faceva la canzone dell’offertorio? – ha aggiunto il sacerdote – “Sarò dove tu mi vuoi”. A Rotella. “Se mi guida il tuo amore paura non ho”, cantavate. In realtà io sono emotivo. Ma ho la fede, grazie alla quale so che insieme faremo tante belle cose. Lo vedo guardandovi dritto negli occhi». Ha premesso che non farà discorsi “elettorali” don Tiziano, come il riscaldamento nuovo o ristrutturare l’oratorio. E’ evidente che è sempre pronto alla battuta. Ma sa essere serio andando dritto al punto: «Faremo quello che potremo, a poco a poco. Mi rimetto in gioco insieme con voi. Trasmettetemi la vostra fede, io farò altrettanto». Una ventata di ottimismo è arrivata anche dal benvenuto del sindaco Borraccini: «Oggi siamo è in festa e pur non dimenticando l’opera di don Vincent, pronti a guardare avanti, entusiasti di poter affrontare un nuovo tratto di strada insieme al suo nuovo parroco. Nell’auspicio, anzi, nella certezza di iniziare un percorso insieme, condiviso e che ponga la persona al centro di intenzioni comuni».

Il primo cittadino non ha mancato di presentare brevemente i «punti di forza e di debolezza» della realtà che amministra. «A Rotella troverà una comunità che sa essere unita, quando serve, di fronte alle difficoltà, siano esse di tipo sociale o le grandi emergenze. C’è qui un grande fermento associativo da parte del volontariato, parrocchiale, giovanile, sociale, sportivo, culturale e di protezione civile, con in comune una gran voglia di “fare”. L’amministrazione comunale – è ancora Borraccini che parla – si pone già disponibile al confronto, con parroco e sindaco che lavoreranno insieme, nel reciproco rispetto dei ruoli. Per “unire” e non per “dividere”, per costruire ponti non steccati»

Borraccini, senza nascondere i problemi, come terremoto, spopolamento e la crisi economica, ha concluso: «Sono certo, don Tiziano, che insieme, in semplicità ma con determinazione, sapremo ripartire da questi punti di debolezza per trasformarli in traguardi di rinascita».

Anche l’omelia del vescovo Bresciani si è aperta con una battuta: «Don Vincent ha camminato con voi talmente bene che per sostituirlo ce ne vogliono due di sacerdoti».
«Ritenetevi fortunati ad averli – l’alto prelato è rientrato subito nei ranghi –  pregate per loro. Ma prima di tutto chiediamoci: perché stiamo accogliendo i sacerdoti in mezzo a noi?
Qual è l’importanza del loro ruolo? Certo non vengono a portare ricchezze materiali.
Ma camminando con voi, insegnano come vivere la grandezza della presenza di Dio. Una presenza – ha continuato il vescovo – che può illuminare tutta la nostra vita in chiesa e fuori con quell’amore non detto, ma espresso nel modo in cui viviamo. Tutto il resto viene dopo. Il sindaco ha ricordato la ricchezza di questa comunità, i gruppi e le iniziative. Le cose belle devono però essere spinte,  sostenute e animate dall’amore del Signore. Siete una comunità unita, ho avuto modo personalmente di farne esperienza, nei momenti belli e in quelli difficili del sisma. Continuate ad esserlo – così ha concluso monsignor Bresciani – camminando insieme a don Tiziano e padre Aro. Pregando per mantenere sempre più viva la presenza di Dio.
Non in modo petulante, essendogli piuttosto fedeli all’interno della relazione di amore per il Signore nella chiesa».