“Non è una questione di potere, ma di partire dal servizio, dal dono di sé”. Così suor Gloria Liliana Franco Echeverri, presidente della Confederazione latino-americana dei religiosi (Clar), ha risposto ad una domanda sul ruolo della donna, durante il briefing in Sala stampa vaticana. Solo da quella prospettiva, ha spiegato la religiosa, si può “riconoscere e valorizzare il ruolo speciale di noi donne nella Chiesa, come teologhe, catechiste, animatrici”. “Al Sinodo siamo 40 donne, ma dietro ogni donna ci sono tante altre donne, come quelle che hanno partecipato al processo di ascolto pre-sinodale”, ha fatto notare suor Franco Echeverri a proposito di uno dei temi maggiormente dibattuti dall’assise episcopale dedicata all’Amazzonia: “La Chiesa ha un volto femminile, è madre, è maestra, ma in questo tempo è fondamentalmente sorella e discepola.

Abbiamo tutto un cammino da percorrere, nel quale non siamo le protagoniste. La Chiesa è in discernimento, e il culmine non sappiamo se sarà questo tempo o un altro: continuiamo come fratelli e sorelle, perché il volto delle donne nella Chiesa possa essere sempre più nitido”. Interpellata sul tema della violenza contro le donne, la religiosa ha risposto: “Non c’è un popolo che ne sia esente”. Per quanto riguarda l’Amazzonia, le forme di violenza più diffusa – ha riferito – sono “la tratta delle persone, molto legata al tema delle migrazioni e allo sfruttamento sessuale delle donne; la violenza tra le mura domestiche, legata ad esempio all’alcolismo; la negazione del diritto, della possibilità di studiare e dell’accesso ad una sanità efficiente”. C’è, infine, il tema dell’uccisione delle donne, come le religiose assassinate “perché hanno abbracciato la causa della difesa dei poveri e delle popolazioni indigeni. Sono donne, religiose, martiri, che hanno fecondato la terra amazzonica con il loro sudore e io loro sangue”.

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