“Sono state identificate le salme di 4 delle 13 donne recuperate dopo il naufragio. Alcune grazie ai familiari. Una donna, invece, perché aveva con sé il suo passaporto e quello del suo bimbo che è ancora disperso in mare”. Lo riferisce il parroco di Lampedusa, don Carmelo La Magra, che ha celebrato ieri sera, alle 18, i funerali delle 13 donne nella Casa della Fraternità “su richiesta dei familiari e desiderati da noi”, dal momento che “ci è stato detto che sono quasi tutte cristiane”.

“Non ci sono stati invitati speciali, è stata invitata a partecipare tutta la comunità in forma privata. Così hanno voluto pregare e ricordare i morti”. Il sacerdote conferma che le salme saranno sepolte nei cimiteri dei Comuni agrigentini che daranno disponibilità ad accoglierle. “Non essendo sepolte in un solo posto, ma ripartite nei vari cimiteri, non riusciamo ad avere contezza della vastità della tragedia”, riflette don La Magra. Intanto, le ricerche dei dispersi continuano con elicotteri per le condizioni proibitive del mare. “Più passa il tempo e più è difficile trovare le altre vittime di questa tragedia – afferma il sacerdote -. Vogliamo pregare non solo per i morti ma anche per i dispersi e dare conforto ai sopravvissuti provati dalla morte dei loro cari. La comunità è chiamata a riflettere su cosa significa professare valori cristiani. Non basta piangere, bisogna agire. Bisogna riconoscere che le persone muoiono perché non ci sono vie legali per arrivare qui e per avere riconosciuti i loro diritti”.

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