Il cambiamento climatico è “una delle principali sfide che dobbiamo affrontare e per questo l’umanità è chiamata a coltivare tre grandi qualità morali: onestà, responsabilità e coraggio”. Ne è convinto il Papa, che nel videomessaggio – in spagnolo – inviato ai partecipanti al Climate Action Summit, che si tiene oggi al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite a New York, a margine della 74.ma Assemblea Generale delle Nazioni Unite sul tema “Lotta al cambiamento climatico e sostenibilità” (23-26 settembre 2019), è tornato a citare l’Accordo di Parigi del 12 dicembre 2015, con il quale “la comunità internazionale ha preso coscienza dell’urgenza e della necessità di dare una risposta collettiva per collaborare alla costruzione della nostra casa comune”. “A quattro anni da quell’accordo storico, si osserva come gli impegni assunti dagli Stati sono ancora molto fluidi e lontani dal raggiungere gli obiettivi fissati”, il grido d’allarme di Francesco, secondo il quale “accanto a tante iniziative, non solo da parte dei governi ma dell’intera società civile, è necessario chiedersi se vi sia una reale volontà politica di destinare maggiori risorse umane, finanziarie e tecnologiche per mitigare gli effetti negativi del cambiamento climatico e aiutare le popolazioni più povere e vulnerabili, che sono quelle che ne soffrono maggiormente”. “Anche se la situazione non è buona e il pianeta ne soffre, la finestra per un’opportunità è ancora aperta”, l’invito del Papa: “Ancora siamo in tempo. Non lasciamo che si chiuda. Apriamola con il nostro impegno a coltivare uno sviluppo umano integrale, per assicurare alle generazioni future una vita migliore. Il futuro è il loro, non il nostro”. “Mentre l’umanità del periodo post-industriale sarà forse ricordata come una delle più irresponsabili della storia, c’è da augurarsi che l’umanità degli inizi del XXI secolo possa essere ricordata per aver assunto con generosità le proprie gravi responsabilità”, le parole della Laudato sì: “Con onestà, responsabilità e coraggio dobbiamo mettere la nostra intelligenza al servizio di un altro tipo di progresso, più sano, più umano, più sociale e più integrale, che sia capace di mettere l’economia al servizio della persona umana, di costruire la pace e di proteggere l’ambiente. Il problema del cambiamento climatico è legato a questioni di etica, equità e giustizia sociale”. Per il Santo Padre, infatti, “l’attuale situazione di degrado ambientale è legata al degrado umano, etico e sociale, come sperimentiamo ogni giorno. E questo ci obbliga a riflettere sul senso dei nostri modelli di consumo e di produzione e ai processi di educazione e di sensibilizzazione per renderli coerenti con la dignità umana. Siamo di fronte a una ‘sfida di civiltà’ in favore del bene comune”.

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