DIOCESI – Lectio delle Sorelle Clarisse del monastero Santa Speranza in San Benedetto del Tronto.

«Ma mi è stata usata misericordia…e così la grazia del Signore nostro ha sovrabbondato insieme alla fede e alla carità che è in Cristo Gesù».
San Paolo si definisce il primo dei peccatori. Ma proprio per questo, ci dice, ha ottenuto misericordia da Dio!
Misericordia…cos’è? Forse pietismo? Compassione stucchevole? Commiserazione?

Opera di Osamu Tanimoto

Nulla di tutto questo! Paolo non ha fatto l’esperienza di essere compatito, commiserato. Paolo ha fatto l’esperienza di essere amato, ha vissuto sulla propria pelle l’amore illogico di un Dio che è follemente innamorato di lui!
Illogico, sì, perché non chiede nulla in cambio, non viene meno nonostante i nostri tradimenti, la nostra indifferenza, la nostra stessa incapacità di amare.
È l’esperienza del popolo di Israele, appena liberato dall’Egitto, un popolo che non ha «tardato ad allontanarsi dalla via che io avevo loro indicato» costruendosi un vitello di metallo fuso da adorare e a cui offrire sacrifici.
Dio è geloso, si arrabbia, ma l’amore per un uomo, Mosè, lo fa recedere dai propositi di vendetta e lo porta a rinnovare ancora una volta il patto di alleanza con Israele.
È l’esperienza, abbiamo visto, di Paolo, che Dio sceglie, lui, «un bestemmiatore, un persecutore e un violento», come suo fedele discepolo tra le genti, chiamato ad essere portavoce della sua Parola.
È l’esperienza dei due figli della parabola evangelica: il più giovane si aspetta rimprovero, rifiuto, punizione dopo essersene andato di casa, aver sperperato la sua parte di eredità ed essere poi tornato a casa solo per fame. Ed invece trova un padre che «quando era ancora lontano lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò». Non pago, lo fa vestire del vestito più bello, con i sandali ai piedi e l’anello al dito, fa ammazzare il vitello grasso per far festa in modo memorabile!
Un padre illogico nei gesti, nelle reazioni, nei comportamenti, un padre pazzamente innamorato di questo figlio così come del figlio maggiore, un giovane che non si è mai sentito “figlio” e non ha mai visto, attorno a sé, tutto quanto il padre stava condividendo con lui.
Sì, Signore! Tutto questo è illogico! Illogico l’amore per un popolo che continua a tradirti, illogico l’amore per Saulo di Tarso, primo dei persecutori della tua Chiesa, illogico l’amore per noi, tuoi figli, quando ti consideriamo solo un padrone, quando ti vediamo solo come qualcuno che limita la nostra libertà, da cui vogliamo allontanarci e non avere nulla a che fare.
È illogico, Signore, il tuo rinnovare, ogni giorno, instancabilmente, questo amore, questo tuo desiderio di noi, questo bisogno, passionale e viscerale da fare casa con noi!
È illogico, ma questa illogicità è la nostra sola fonte di vita!
Allora, con il salmista, ti continuiamo a ripetere: «Pietà di me, o Dio, nel tuo amore; nella tua grande misericordia cancella la mia iniquità», accogli la mia miseria, il mio limite, la mia umanità!

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