“Non esistono soluzioni facili per questioni difficili. Sarà una sfida per tutti”. Così Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, ha risposto alla domanda se ordinare persone sposate può aiutare a combattere il calo delle vocazioni. Parlando ieri in conferenza stampa a conclusione del Sinodo della Chiesa greco-cattolica ucraina, che si è tenuto quest’anno a Roma dal 2 al 10 settembre, Shevchuk ha poi spiegato: “Il sacerdozio è una vocazione. Vocazione che non può aumentare o diminuire a causa di uno stato nel quale si vive”. “Essere sacerdoti non è un mestiere ma un modo di offrire la propria vita per il bene della Chiesa.

Dice il Signore, non voi avete scelto me ma io ho scelto voi. Siamo convinti che Cristo chiama tanti al sacerdozio ma che ci sono vari ostacoli che noi uomini mettiamo davanti a questa chiamata”. L’arcivescovo maggiore si è soffermato sul numero dei sacerdoti in calo ma osserva: “In Ucraina, grazie a Dio abbiamo tante vocazioni. Al momento abbiamo 5 seminari. Ma in altri Paesi del mondo la stessa Chiesa con lo stesso modo di vivere la chiamata al sacerdozio, non gode della stessa quantità, per esempio in Canada e negli Stati Uniti. Sebbene ci sia la possibilità di vivere il sacerdozio nello stato uxorato, non abbiamo vocazioni. Lo stato familiare non favorisce l’aumento delle vocazioni al sacerdozio. Questa è la nostra esperienza”.

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