Lido San Giuliano, una delle spiagge più affollate di San Vito Lo Capo, vicino a Trapani. Sono le 13 di un sabato di fine agosto, la sabbia scotta e una donna, un’ambulante, propone ai turisti la sua merce. La porta sul capo all’interno di una cesta pesantissima. Mentre dietro la schiena, legata con una fascia, c’è la sua bambina.

«Avrà 2 anni e mezzo, forse 3. Chissà da quante ore se ne sta lì, rannicchiata sulla schiena della mamma, sotto il sole – racconta Lorenzo Tosa, il blogger che ha postato la storia sul suo profilo Facebook -. Un gruppo di altre mamme, che hanno assistito alla scena, si avvicina alla donna. “Vai pure – le dicono – Vai pure a lavorare tranquilla. A tua figlia ci pensiamo noi.” E ci hanno pensato davvero».

La piccola ha passato la giornata con gli altri bimbi, ha mangiato insieme a tutti loro al ristorante, ha giocato sul bagnasciuga correndo e facendo il bagno. Quello che tutti bambini dovrebbero fare d’estate al mare. Ma che, parlando di migranti in quest’italia avvelenata dall’odio, sembra una cosa eccezionale tanto da fare il giro del web ed essere rilanciata da migliaia di persone.

È emozionata Desirè Nica, 32 anni, di Roma, che è una delle protagoniste della vicenda, raccontata poi al Corriere della sera: «Ricordo tutto di quella scena – spiega -. Ho visto quella donna accaldata, mi sono alzata per andare verso di lei e aiutarla, una volta là ho trovato un gruppo di mamme con la mia stessa idea. Ci siamo guardate negli occhi e abbiamo pensato tutte la stessa cosa, di chiederle di lasciarci prendere cura della bambina per qualche ora»

Da Avvenire

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