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Direttore Pompei: “I politici di oggi prima spaventano il popolo e poi si presentano come salvatori”

Di Pietro Pompei

DIOCESI – In questi giorni  torridi con il caldo inusuale ad indebolire il corpo si aggiunge la confusione politica a disorientare il pensiero e lo spirito, mi permetto di offrire un po’ di refrigerio con un pamphlet del Vescovo di Molfetta, don Tonino Bello rivolto ai politici che, nonostante i tanti anni, appare di straordinaria attualità.

Don Tonino proponeva ai politici una riflessione sull’affresco di Raffaello de “La Scuola di Atene” che rappresenta a meraviglia la sintesi tra cielo e terra. Sono ben raffigurati i massimi esponenti della filosofia della Grecia antica: Platone con in mano il libro del Timeo, mentre con l’altra indica il cielo; e Aristotele con una mano stringe il libro dell’Etica, mentre con l’altra indica la terra. “Ecco-dice don Tonino-il politico deve sintetizzare i due atteggiamenti di Aristotele e di Platone, pertanto la “misericordia” consiste nel penetrare nei cantieri della storia, ma senza lasciarsi imprigionare nella rete delle cose”.

Ed aggiunge alcuni interrogativi che l’uomo politico deve porsi:

-So che tradisco l’uomo, oltre che Dio, quando le mie scelte non tengono conto del bene comune, ma hanno come riferimento solo gli interessi personali o di gruppo?

-Capisco che significa avvilire i più elementari principi di etica sociale quando, per giochi di potere, per manovre di sistemazione, per calcolo di poltrone, per lottizzazione di egemonie, si lascia morire una comunità, si abbandona al degrado umano i cittadini indifesi, si blocca la crescita della vita del paese?

-Sono convinto che io sono chiamato a servire il popolo e non a convocarlo come spettatore per le mie esibizioni di culturismo, o per i miei interminabili tornei con gli avversari, o per le mie logorroiche sfide con rivali sempre diversi, o per bizantinismi di schieramento che si attardano sulle procedure e rinviano continuamente i provvedimenti concreti?

-Riesco a capire che essere politico, e pertanto “uomo capace di misericordia” significa oggi accettare il rischio della carità politica, sottoposta per sua natura alla lacerazione delle scelte difficili, alla fatica delle decisioni non da tutti comprese, al disturbo delle contraddizioni e delle conflittualità sistematiche, al margine più largo dell’errore sempre in agguato?

Queste sono alcune domande che Mons.Bello pone ai politici che, speriamo ,siano tenute nella debita considerazione, in questi giorni frenetici. E don Tonino aggiunge:” L’icona evangelica più limpida dell’uomo politico, che snoda la sua vita tra i due riferimenti essenziali del cielo e della terra, è quella del buon Samaritano… Il politico vero, come il buon Samaritano, ha misericordia del popolo e gli si fa vicino per restituirgli la “mezza vita” che gli hanno tolto e non per aggiungergli la “mezza morte” che gli manca e stenderlo definitivamente”. E mentre dal Vangelo conosciamo il Samaritano “dell’ora giusta” e quello “dell’ora dopo”, il Vescovo di Molfetta ipotizza nel politico, il Samaritano “dell’ora prima… se fosse giunto prima sulla strada, forse l’aggressione non sarebbe stata consumata”. Allora è necessario che il “politico ami prevedendo i bisogni futuri, pronosticando le urgenze di domani, intuendo i venti in arrivo, giocando di anticipo sulle emergenze collettive, utilizzando il tempo, che ordinariamente spreca nel riparare i danni, a trovare il sistema per prevenirli. Di qui, la necessità inderogabile che l’impegno politico-sociale sia affidato a gente che non si estenua nel sottobosco degli intrallazzi, nel recinto delle manovre occulte, nel chiuso delle trame nere, nella malignità dei sorpassi clandestini, nelle esercitazioni delle stroncature demolitrici ai danni del prossimo.

Non aggiungo altro, penso che  ci sia materia sufficiente per riflettere in questi giorni ed evitare altri errori a danno di questo popolo italiano disorientato, cui, a parole, si dice di voler tanto bene. Prima lo si spaventa e poi ci si presenta come salvatori da potenziali nemici, che si incontrano lungo le strade, nel forestiero abbrutito da violenze subite da cui tenta ancora di fuggire.