Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano www.vaticannews.va

Sono due le prospettive che compongono l’odierna pagina evangelica. Gesù dice ai suoi discepoli:

“ Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! (Lc 12,49)”

Ricordando queste parole, il Papa all’Angelus indica un’opzione che non si può rimandare: quella per il Vangelo. “L’adesione al fuoco dell’amore che Gesù ha portato sulla terra avvolge l’intera nostra esistenza e richiede l’adorazione a Dio e anche una disponibilità a servire il prossimo”. Si deve abbandonare “ogni atteggiamento di pigrizia, di apatia, di indifferenza e di chiusura per accogliere il fuoco dell’amore di Dio”. Gesù, spiega il Santo Padre, “ci chiama a diffondere nel mondo questo fuoco, grazie al quale saremo riconosciuti come suoi veri discepoli. Il fuoco dell’amore, acceso da Cristo nel mondo per mezzo dello Spirito Santo, è un fuoco senza limiti, un fuoco universale”. (Ascolta il servizio con la voce del Papa)

Adoriamo Dio

Fin dai primi tempi del cristianesimo, aggiunge Francesco, “la testimonianza del Vangelo si è propagata come un incendio benefico superando ogni divisione fra individui, categorie sociali, popoli e nazioni”. “La testimonianza del Vangelo brucia ogni forma di particolarismo e mantiene la carità aperta a tutti, con la preferenza per i più poveri e gli esclusi”. Adorazione a Dio e disponibilità al prossimo, sottolinea il Pontefice, sono essenziali per aderire al fuoco dell’amore di Gesù.

La prima, adorare Dio, vuol dire anche imparare la preghiera dell’adorazione, che di solito dimentichiamo. Ecco perché invito tutti a scoprire la bellezza della preghiera dell’adorazione e di esercitarla spesso.

La seconda via fondamentale è la disponibilità a servire il prossimo:

Penso con ammirazione a tante comunità e gruppi di giovani che, anche durante l’estate, si dedicano a questo servizio in favore di ammalati, poveri, persone con disabilità. Per vivere secondo lo spirito del Vangelo occorre che, di fronte ai sempre nuovi bisogni che si profilano nel mondo, ci siano discepoli di Cristo che sappiano rispondere con nuove iniziative di carità. E così, con l’adorazione a Dio e il servizio al prossimo – ambedue insieme, adorare Dio e servire il prossimo – il Vangelo si manifesta davvero come il fuoco che salva, che cambia il mondo a partire dal cambiamento del cuore di ciascuno.

Essere cristiani significa vivere senza compromessi

L’altra affermazione di Gesù, riportata nel Vangelo di oggi, può sconcertare:

“ Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. (Lc 12,51)”

Si tratta in realtà, osserva il Papa, di una divisione salvifica:

Egli è venuto a “separare col fuoco”. Separare che? Il bene dal male, il giusto dall’ingiusto. In questo senso è venuto a “dividere”, a mettere in “crisi” – ma in modo salutare – la vita dei suoi discepoli, spezzando le facili illusioni di quanti credono di poter coniugare vita cristiana e mondanità, vita cristiana e compromessi di ogni genere, pratiche religiose e atteggiamenti contro il prossimo. Coniugare, alcuni pensano, la vera religiosità con le pratiche superstiziose: quanti sedicenti cristiani vanno dall’indovino o dall’indovina a farsi leggere la mano! E questa è superstizione, non è di Dio. Si tratta di non vivere in maniera ipocrita, ma di essere disposti a pagare il prezzo di scelte coerenti – questo è l’atteggiamento che ognuno di noi dovrebbe cercare nella vita: coerenza – pagare il prezzo di essere coerenti col Vangelo.

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