Di Patrizia Neroni

CASTIGNANO – Sabato 10 agosto, festa di san Lorenzo Martire, presso la chiesa di sant’Egidio di Castignano, Monsignor Vincenzo Catani ha festeggiato il suo cinquantesimo anniversario presbiterale.
La lieta cerimonia si è svolta alla presenza del vescovo della diocesi di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto, Sua Eccellenza Monsignor Carlo Bresciani, del vescovo emerito Sua Eccellenza Monsignor Gervasio Gestori, dei sacerdoti della diocesi, del parroco di Castignano don Tiziano Napoletani, del sindaco di Castignano Fabio Pollini, di molte associazioni e gruppi, di numerosi parenti e amici.

La chiesa di sant’Egidio era gremita di tante persone giunte da ogni parte della diocesi per unirsi in preghiera insieme a don Vincenzo.
Sacerdoti, parenti e amici hanno voluto con la propria presenza, dimostrare a don Vincenzo quanto lui sia stato importante per loro e quanto il suo servizio nelle loro parrocchie e associazioni abbia lasciato un bellissimo ricordo. Dalle preghiere e dai ringraziamenti espressi per Mons. Catani, è stato possibile ricostruire il suo cammino in questi cinquanta anni di sacerdozio, un cammino fatto di fede, di speranza, di fiducia, di preghiera, di disponibilità, di impegno, di tenacia nell’essere un ministro del Signore che non si scoraggia, ma continua a guidare il Suo popolo nei momenti felici così come nei momenti più duri.

Il vescovo Carlo Bresciani nell’omelia ha detto: “Ringrazio don Vincenzo e ringrazio il Signore per aver chiamato don Vincenzo alla vita sacerdotale. Il sacerdote è un dono immenso che il Padre ci dona. Spesso noi sciupiamo i doni che il Signore ci invia.
Non ci rendiamo conto di quanto siano importanti. Oggi festeggiamo insieme a Monsignor Vincenzo Catani i suoi cinquant’anni di sacerdozio, cinquanta anni vissuti nella fedeltà e nella donazione. La Parola di Dio, che è quella della festa di san Lorenzo diacono e martire, ci aiuta a riflettere e a comprendere più profondamente i doni di Dio che noi siamo chiamati ad accogliere. Il dono di Dio deve essere accolto e custodito, quello che don Vincenzo ha fatto per tutti questi cinquant’anni. La presenza numerosa qui, dice che il suo ministero ha portato frutto. San paolo scrivendo ai Corinzi parla ai sacerdoti, ma parla anche a ciascuno di noi, “chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con larghezza con larghezza raccoglierà”. Il sacerdote, così come il cristiano è chiamato a seminare, a seminare senza avarizia.
Ricordiamo quindi il “cosa” seminare, cioè seminare la Parola di Dio, in modo tale da costruire la comunità, Chiesa Corpo di Cristo. La domanda che tutti ci dobbiamo porre è: “Io che cosa sono chiamato a seminare?”, poi la seconda domanda è: “Come deve seminare?” ecco che poi c’è la terza domanda, ancora più importante e cioè “Perché devo seminare?”.
La meta è Cristo, la meta è la vita eterna, tutto il nostro operato, tutta la nostra vita deve essere rivolta a Dio, il nostro cammino è un viaggio che ci deve portare al raggiungimento dei beni eterni, quando manca il “perché” tutto non ha più senso. Basta un momento di difficoltà che si getta all’aria una vita, se non abbiamo lo sguardo rivolto al Signore appena incontriamo una prova, cosa che non manca nella vita di nessuno, ecco che rischiamo di buttare tutto, anche quello che si è costruito fino a quel momento. Invece chi ha compreso bene che la meta è Dio, non si scoraggia mai e anzi è sereno anche nei momenti di difficoltà, ce lo ricorda anche la figura di san Lorenzo che oggi la chiesa è chiamata a festeggiare”.

Don Vincenzo ha ringraziato tutti i presenti a partire dal vescovo Carlo Bresciani, ha sottolineato che prega per lui, per i sacerdoti e per i fedeli. Ha proseguito dicendo: “Mi piacerebbe ringraziarvi uno per uno, sono molto felice della vostra presenza, sono contento di essere qui dopo cinquanta anni, nella stessa chiesa, nello stesso giorno e nella stessa ora dove il 10 agosto del 1969 per le mani del vescovo Monsignor Vincenzo Radicioni divenni sacerdote. Ricordo la mia commozione e la mia gioia, ricordo i miei genitori e i miei nonni. Ricordo tutta la giornata di festa e mentre ero prostrato a terra, in pochi minuti, mi tornarono alla mente i ricordi di me bambino, Castignano, le scuole e gli insegnanti, i vescovi e i sacerdoti, il seminario di Fano e molto altro. Quel giorno della mia ordinazione ricordo che andai davanti la statua della Beata Vergine Maria e non dissi niente, ma le accarezzai il viso.
Tutti ricordi vivi nella mia mente e che mi hanno accompagnato in questi anni. Ricordo le parole del vescovo Radicioni e il suo incoraggiamento.
Grazie veramente a tutti per essere qui con me oggi a ringraziare il Signore per questi anni di sacerdozio”.
Don Vincenzo in seguito ha letto la pagina del suo diario scritta la sera dopo la sua ordinazione, parole di fede di un ragazzo che ha chiara nella mente l’importanza di una vocazione così alta quale è la chiamata al sacerdozio. Ha condiviso con i presenti quali sono stati i sentimenti che ha provato cinquanta anni fa quando iniziava il suo cammino seguendo le orme di Cristo.
Monsignor Catani ha poi invitato i presenti a prendere una copia dei suoi tre libri portati in chiesa per il felice evento, tre dei numerosi libri scritti da don Vincenzo.

Don Tiziano ha letto il messaggio di auguri che Sua Santità Papa Francesco ha inviato a don Vincenzo Catani in occasione del suo cinquantesimo anniversario sacerdotale. Don Vincenzo ha poi posato un mazzo di fiori davanti la statua della Madonna.
Al termine della cerimonia il Corpo Bandistico di Castignano ha atteso che don Vincenzo uscisse dalla chiesa per porgergli un omaggio, poi tutti si sono diretti all’oratorio parrocchiale dove è stato offerto un ricco buffet.

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1 commento

  • Tino Toccaceli
    23/08/2019 alle 08:26

    Solo stamattina vedo foto, video del 50° a Castignano. Un video nel quale emerge la spigliatezza e la dinamicità di don Vincenzo, che mi precede in età di cinque anni. Che peccato non essere stato li. Per gli stessi anni, lui m'ha preceduto nella frequenza al collegio Zandonai in Pesaro; fondato da Mons. Pietro Damiani, già nel dopoguerra, per accogliere i ragazzi profughi dell'istria. Si trattava, per la maggior parte, di orfani di uno o entrambi i genitori. Poi, negli anni successivi, vi furono ospitati anche altri ragazzi del ns territorio marchigiano. Io e Don Vincenzo, possiamo testimoniare i tanti doni spirituali e materiali ricevuti da Mons. Damiani e quindi l'umana gratitudine al Signore e a quella bella figura di sacerdote. Ho motivo di pensare che Don Vincenzo possa averne ancor più di me, perché immagino che in quell'ambiente possa aver trovato terreno fertile per la sua vocazione. Insieme a mia moglie, abbiamo avuto la gioia di rivederlo lo scorso mese di luglio, dopo circa trenta anni, ed il ricordo di quella serata (semplice, cordiale) è ancora ben vivo nel ns cuore e non potrà mai essere dimenticato perché ha lasciato in noi una bella testimonianza e tanta umana gioia. Le poche ore che abbiamo sostato in parrocchia, ed il poco tempo che lui ci ha dedicato in tarda sera, hanno comunque permesso di scoprire la "profondità" del suo ministero sacerdotale che lui ha messo al servizio di tanti fratelli in Cristo, ed in modo particolare della Comunità Parrocchiale di San Pio X, dalla quale andrà a congedarsi dopo 25 anni di permanenza. Caro Don Vincenzo, se abbiamo ....saltato quella di Castignano, faremo di tutto per esserci nella domenica 15 settembre p.v. per aggiungere la nostra umile preghiera a quella di tutta la Comunità Parrocchiale, con la quale hai condiviso così tanti anni di sacerdozio. Tino e Licia da Pesaro.

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