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Cristiani perseguitati: card. Filoni (Santa Sede), “nella loro testimonianza sofferenza, ma non odio”

“Anche oggi quanti martiri, quante persecuzioni e discriminazioni religiose nel mondo; quante offese, quanto odio reale anche nei paesi di antica tradizione cristiana e ora anche in quei luoghi virtuali, i media (facebook, istangram), dove l’anonimato spesso eccita il peggio dell’animo umano!”. Lo ha detto stamani il card. Fernando Filoni, prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, nell’omelia della messa, celebrata nella cattedrale di Concordia nella solennità del rinvenimento delle reliquie di santo Stefano, patrono della diocesi. Soffermandosi sul “perdono”, il cardinale ha portato la sua testimonianza “della sofferenza, ma non dell’odio di tanti cristiani”. Il riferimento “al volto delle migliaia di persone, cristiani, yazidi, kaki, cacciate via nei mesi di luglio-agosto del 2014 dall’Isis, ossia dai terroristi del cosiddetto Califfato che si erano impossessati prima di Mosul e poi della Piana di Ninive in Iraq”. “In quei volti c’era angoscia, c’era tutto il dramma di chi aveva perso assolutamente tutto, ma ‘non la fede, né la propria dignità umana’”. Ricordando la sua recente visita, in Sri Lanka, ai sopravvissuti degli attentati delle Chiese in quel Paese, dove sono state uccise centinaia di cristiani, ed altri, dai terroristi islamici la mattina di Pasqua scorsa mentre partecipavano alla messa festiva, il prefetto della congregazione vaticana ha riferito che “negli occhi dei sopravvissuti e dei parenti che mi mostravano le immagini dei propri cari sui telefonini personali c’era indicibile sofferenza, mestizia ed emozione profonda, ma non odio”. Infine, un messaggio per i fedeli della diocesi di Concordia-Pordenone. “Il Signore non chiede una testimonianza cruenta di fedeltà, ma forse una fedeltà quotidiana che, a volte, è anch’essa eroica, contro ogni tentazione, scandalo, situazione in cui sembra che Dio sia quasi scomparso – ha concluso -. Dio lo percepiamo nel bene, nel mistero del perdono, mai nell’odio”.