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A tu per tu con Don Vincenzo Catani

DIOCESI – Don Vincenzo Catani, per 25 anni parroco della comunità cristiana di San Pio X e archivista diocesano, fra pochi giorni festeggerà il L anniversario di ordinazione sacerdotale.

Lei sta per terminare il suo servizio di parroco di San Pio X. Qual è la cosa che lascia in eredità ai suoi parrocchiani?
Non lascio ai miei parrocchiani nessuna particolare iniziativa. Ho fatto quello che farebbe qualsiasi parroco in una parrocchia e quindi lascio in eredità un enorme affetto e il mio dovere compiuto in 25 anni giorno dopo giorno, avendo servito i miei parrocchiani con una Parola del Signore data con entusiasmo, con una liturgia vissuta con tutti i mezzi e con una carità che abbiamo cercato di portare avanti insieme.

Lei è archivista e per questo la memoria storica della nostra diocesi. Vuole ricordare in tal senso le cose più importanti che ha fatto e che ora sono patrimonio di tutta la comunità cristiana locale?
In questi anni ho portato avanti uno studio di archivistica con una continua ricerca. Mentre ero parroco qui a San Pio X ho cominciato sia la collana dei libri di storia della diocesi, sia la collana dell’archivio, arrivando a 8 pubblicazioni per la prima collana e a 25 per la seconda. Ho svolto questo lavoro durante la notte, non togliendo nulla al lavoro pastorale in parrocchia. Tutto quello che ho trovato negli archivi e che ho pubblicato è in gran parte inedito poiché non c’era quasi niente prima dei miei studi. La diocesi non aveva quasi nulla: penso alle visite pastorali, alla visita pastorale di Mons. Filippo Monacelli nella diocesi di Ripatransone, alla visita apostolica di Mons. Maremonti nel 1573. Si tratta veramente di un corpus di studi quasi tutti inediti.

Cosa farà adesso e quali incarichi manterrà in diocesi?
Un prete non va mai in pensione: è sempre prete, è sempre un annunciatore della Parola, è sempre uno che celebra l’Eucaristia, che celebra il perdono nel sacramento della Confessione ed è un uomo che sta in mezzo alla gente. Andrò a Castignano e aiuterò il parroco, che avrà due parrocchie, quella di Castignano e quella di Rotella, e mi metterò a disposizione sia di queste due comunità cristiane che dell’intera vicaria Beata Assunta Pallotta. Continuo ad essere prete senza la responsabilità di una parrocchia, ma sempre inserito in una comunità ecclesiale viva.

Proprio a Castignano c’è un polo museale importante a cui lei si è particolarmente dedicato…
Sì, andrò ad abitare in una casa attaccata al museo di arte sacra e delle icone e alla biblioteca che contiene 8.000 volumi. Questa realtà diventerà un polo nel quale ad esempio si terranno conferenze ogni 15 giorni. Abbiamo fatto un corso di iconografia conclusosi una settimana. Secondo i miei progetti il museo dovrà diventare un polo di iniziative culturali e un punto di riferimento per tutto il territorio.

Fra qualche giorno lei festeggerà un importante traguardo. Ce ne vuole parlare?
Sabato 10 agosto celebrerò la Santa Messa in occasione dell’anniversario del mio sacerdozio col Vescovo Carlo Bresciani e col Vescovo Emerito Gervasio Gestori e con altri confratelli a Castignano, nella stessa chiesa dove sono stato ordinato prete. È una tappa che sto vivendo in pieno, con moltissima gioia e gratitudine. Ho scritto per l’occasione un libretto che consegnerò quel giorno ai presenti.