Di Pietro Pompei

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – La festa della Madonna della Marina ha assunto sempre varie connotazioni sia dal punto di vista religioso che civile. “Stella del mare” è un titolo rivolto alla Madonna che entra nel tessuto della vita del marinaio che risente della precarietà di un lavoro che , specie nel passato, si aggrappava alle richieste di aiuto soprannaturale. Nella casa del marinaio la devozione alla Madonna, era espressa nell’immagine sorretta da una mensolina sulla quale un lume acceso durante le notti di tempesta stava ad indicare che lì solo c’era possibilità di un esatto orientamento.

Il bambino allora veniva educato al sentimento di sicurezza in quell’immagine che si sostituiva alla figura materna quando, fanciullo, veniva avviato al lavoro paterno. “Dì sempre l’Ave Maria”, era la raccomandazione che accompagnava la consegna della “sparrètte”, un fazzolettone in cui veniva racchiuso il frugale pasto giornaliero.
Per la processione, in cui i sentimenti religiosi si mescolavano con il folclore, si rimetteva a lucido la prua di una barca sulla quale veniva posto il quadro della Madonna col Bambino, circondato da tanti bambini vestiti da marinaretti. Era la barca voluta da “lu Curate” come affettuosamente veniva chiamato don Francesco Sciocchetti che tanto bene ha fatto alla nostra città.

La processione,anticipata da una peregrinatio, continua a svolgersi lungo le vie della “Marina”, fino al porto per la benedizione del mare. Speriamo che il tempo non faccia capricci e ci faccia assistere a quella suggestiva sfilata di barche di ogni grandezza, nel ricordo di quanti sono morti in mare. La corona di fiori, benedetta, verrà lanciata in mare dal nostro Vescovo. all’altezza del santuario di S.Francesco di Paola. Patrono dei marinai.
La presenza dei turisti, “J Frastìre”, ha sempre arricchito la festa civile e per essi si è cercato nuove attrattive. Non mancavano, allora, certamente di intervenire gli abitanti dei paesi vicini. Anzi una folla scendeva da questi luoghi, specie il giorno di domenica, attratta dalle giostre, dalle bande musicali e dalla tombola sempre più ricca. Allora, c’era anche chi non si perdeva il Pontificale di mezzo giorno per ascoltare la Schola Cantorum che eseguiva le musiche e il canto del Maestro Perosi. La giornata di festa si concludeva con gare di fuochi artificiali da parte di varie ditte che spesso aggiungevano luminose scritte inneggianti alla Madonna.

In tempo di crisi, come quello che stiamo attraversando, ci accontentiamo di pochi spari, sia per solidarietà con quanti in questi giorni sono atterriti da quelli che portano violenza e morte, sia perché non si brucino gli ultimi risparmi del Comune, costretto poi a vessare i poveri cittadini.

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