“A partire dalle fondamentali premesse del dialogo e della ricerca del bene comune, il prossimo Sinodo speciale per l’Amazzonia desidera contribuire alla costruzione di nuovi cammini per la Chiesa e per un’ecologia integrale. L’obiettivo è creare le condizioni che permettano ai popoli che abitano nel vasto e importante territorio amazzonico di vivere con dignità e di guardare con fiducia al futuro, sempre nella cornice del reciproco rispetto e del riconoscimento delle responsabilità differenziate e complementari che toccano agli attori sociali, politici e religiosi”. Lo assicura il card. Pedro Ricardo Barreto, arcivescovo di Huancayo  (Perù), riproponendo nel numero 4058 de La Civiltà Cattolica in uscita sabato 20 luglio, i temi del suo intervento alla riunione con i rappresentanti pontifici e gli ambasciatori del territorio amazzonico. Il Sinodo per l’Amazzonia e, più ampiamente, la missione della Chiesa in questo territorio “sono di fatto espressioni di un significativo accompagnamento della vita quotidiana dei popoli e delle comunità che vi abitano – spiega il porporato -. La presenza della Chiesa non può essere in alcun modo considerata una minaccia per la stabilità o per la sovranità dei singoli Paesi. Anzi essa è, in realtà, un prisma che permette di identificare i punti fragili della risposta degli Stati, e delle società in quanto tali, davanti a situazioni urgenti, riguardo alle quali, indipendentemente dalla Chiesa, ci sono debiti concreti e storici che non si possono eludere”. Di qui l’auspicio che “alcuni governi possano superare posizioni di sospetto e possano ascoltare con maggiore attenzione le voci flebili e gli appelli urgenti che vengono dal territorio e di cui la Chiesa vuole farsi compagna di cammino e portavoce, samaritana e profetica”.

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