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Usa: ritirata la proposta di legge per abolire la segretezza della confessione

Ci sono volute 140mila lettere, 17mila email e centinaia di telefonate per convincere il Comitato per la sicurezza pubblica dell’assemblea statale della California a ritirare la proposta di legge, presentata dal senatore Jerry Hill, in cui si chiedeva di abolire la segretezza della confessione soprattutto per i casi di abuso. La norma denominata SB 360 era stata approvata dal Senato della California e intendeva modificare la definizione di comunicazione penitenziale, in modo da permettere che la segnalazione di un abuso durante la confessione venisse automaticamente denunciata alle autorità giudiziarie, soprattutto se la dichiarazione veniva da un altro sacerdote o da persone impiegate e impegnate nella chiesa. “Se qualsiasi legislatore può costringere i credenti a rivelare i loro pensieri e sentimenti più intimi condivisi con Dio nella confessione, allora veramente non c’è area della vita umana che sia libera o al riparo dall’intrusione del governo”, aveva dichiarato l’arivescovo di Los Angeles, Peter Gomez che ha guidato la mobilitazione. Alla proposta si erano opposti anche i leader religiosi musulmani, ortodossi, luterani, anglicani, battisti, i rappresentanti dei riti cattolici orientali e delle chiese storiche afro-americane che avevano redatto un documento comune in cui tra l’altro si diceva: “Siamo tutti uniti con i cattolici americani nel condannare l’attacco alla libertà religiosa che rappresenta l’attuale versione della proposta di legge SB 360”. Proprio il risveglio della partecipazione civile, i numerosi incontri che i cattolici hanno chiesto ai rappresentanti politici per spiegare la loro posizione hanno indotto il Comitato a sospendere l’audizione pubblica che precedeva la definitiva approvazione. “Ringraziamo Dio per aver contribuito a mantenere sacra la confessione”, ha dichiarato l’arcivescovo di Los Angeles, richiamando allo stesso impegno radicale per eliminare “il flagello dell’ abuso, che purtroppo si trova ovunque nella nostra società”. E il caso Epstein con le denunce di molestie a centinaia di ragazze minorenni ne è una delle conferme. Mons. Gomez ha ricordato le procedure e i programmi messi in atto in tutto lo stato e le diocesi californiane per garantire la sicurezza dei minori, dove tutto il personale ecclesiastico e laico impegnato nelle opere della Chiesa è soggeto a protocolli rigorosissimi, tra cui l’archiviazione delle impronte digitali. Questa policy ha permesso che i casi di abuso segnalati siano praticamente quasi pari allo zero.