“Si evangelizza con l’umiltà di chi si riconosce figlio di Dio e di chi testimonia con tenerezza e semplicità, finanche alla morte, questa figliolanza. Non si evangelizza, invece, con la spada e con la superbia di chi si pensa migliore e superiore degli altri. Ma si annuncia la buona novella ad ogni popolazione con la gioia di chi ha sperimentato il mistero della morte e della Resurrezione”. Così il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, nella lectio magistralis sul tema “Come l’antica Aquileia, la Chiesa italiana a servizio della pace e della testimonianza evangelica” nella Sala Romana di Piazza Capitolo.

“La Chiesa italiana è storicamente una Chiesa multiforme, inclusiva e proiettata verso l’esterno. Oggi diremmo una Chiesa in uscita. Una Chiesa che ha un’identità popolare frutto di un deposito storico millenario. Un’identità ricchissima e inclusiva in cui convergono una fitta trama di fili religiosi e culturali all’interno dei quali le figure dei Santi Patroni e dei martiri rappresentano il cuore pulsante di quest’anima popolare”, ha aggiunto.
“Lo spirito di umiltà è un elemento imprescindibile dei figli di Dio e deve essere doverosamente presente in tutte quelle persone, laici e consacrati, che per i motivi più diversi sono stati chiamati a svolgere un servizio nella Chiesa. Uno spirito di servizio che non deve mai tramutarsi in un’avida ambizione di potere. Prima di compiere una qualsiasi azione di critica verso un nostro fratello – ha detto il cardinale – dovremmo farci sempre questa domanda: abbiamo questo spirito di umiltà che ci porta alla santità?”.

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