MONTEPRANDONE – Piazza Aquila gremita per ascoltare le parole di Paolo Crepet, psichiatra e volto noto del piccolo schermo, giunto nella città picena per presentare il suo volume Passione, edito da Mondadori. Ha fatto gli onori di casa Mimmo Minuto, principale organizzatore del festival letterario Piceno d’Autore, giunto alla sua decima edizione. Ha moderato l’incontro il nostro direttore Simone Incicco, che, presentando il volume, ha evidenziato come “il libro accompagni il lettore in un crescendo di esperienze, raccontando tanti frammenti di vite, arrivando ad analizzare anche il ruolo delle tecnologie digitali che, secondo l’autore, rallentano, soprattutto nei più giovani, il sentire cognitivo ed emotivo e che all’apparenza rendono tutto raggiungibile senza sforzo, portando allo scomparire della passione”.

Ha preso poi la parola il Professor Crepet che ha esordito rilevendo che la passione negli uomini degli ultimi decenni sia come sopita. Il tema della passione invece è sacro e straordinario perché ci fa essere pienamente uomini e donne. La passione, secondo il sociologo, è ciò che ci permette di gettare il cuore oltre l’ostacolo, superando le paure, come fecero grandi personaggi quali Marco Polo e Cristoforo Colombo che, se avessero avuto timore della diversità, non si sarebbero mai lanciati nelle loro straordinarie avventure. Ci sono momenti della storia – ha proseguito – nei quali sembra prevalere la paura nei confronti di chi non è come noi, ma la diversità va recepita come ricchezza. È anche questa una forma di passione, basata sul rispetto, che l’autore ha potuto sperimentare quando a 16 anni si è recato a Londra, già allora capitale fortemente multietnica.

L’appassionata arringa del Professor Crepet è proseguita con un’analisi dell’attuale contesto socio-culturale italiano, toccando, oltre al tema della passione, anche quelli dell’ambizione e dell’educazione. Sotto il livello dell’ambizione – ha costatato lo studioso – c’è il coma e tanta gente vuole vivere così perché è comodo. Ne sono una prova tangibile i genitori che si preoccupano per lo stress dei propri figli che devono affrontare l’esame di maturità e che vogliono mettere i ragazzi sotto una campana di vetro. Si tratta di un’ansia del tutto immotivata, visto che il 99.5% degli studenti è promosso e dunque – ha ironizzato – non si tratta di un esame, ma di un condono.

Il rapporto generazionale è il vero problema di oggi – ha ancora sottolineato il Professor Crepet – visto che abbiamo sedicenni che si atteggiano a venticinquenni e quarantenni che giocano a fare i sedicenni. È possibile riscontrare ciò quando vediamo genitori che accompagnano i propri figli a concerti di cantanti discutibili, veri e propri profeti del nulla e tutto questo per una forma di quieto vivere, il quale rischia alla lunga di uccidere la nostra società. I nostri figli non hanno bisogno di genitori-amici, ma di guide che sappiano indicare il sentiero da intraprendere e questo significa che i genitori devono riappropriarsi del loro ruolo educativo, che ormai hanno abbandonato.

Secondo Crepet, le giovani generazioni, oltre a essere rovinate dalla visione di programmi come Uomini e donne, sono sempre meno stimolate al pensiero e alla riflessione, anche a causa dei social network. Stando ai risultati di una recente ricerca, il tempo passato sui social sarebbe utile per poter leggere in un anno 22 libri. Il sempre minor tempo dedicato alla lettura dei libri costituisce, secondo il Professore, un grave pericolo per la nostra libertà, perché questo ci disabitua all’esercizio del pensiero e, così assuefatti, rischiamo di essere in balia del potente di turno. Non a caso, fra i grandi nemici dei libri possiamo annoverare le mafie e i regimi totalitari: basti pensare che il feroce dittatore cambogiano Pol Pot aveva dato disposizione di fucilare chiunque avesse gli occhiali, sospettando che si sarebbe potuto trattare di una persona di cultura.

La serata si è conclusa con i saluti del neo Sindaco Sergio Loggi e del Presidente del Consiglio Comunale Roberta Iozzi.

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