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Sorelle Clarisse: dallo sconforto alla Speranza

DIOCESI – Lectio delle Sorelle Clarisse del monastero Santa Speranza in San Benedetto del Tronto.

«Non abbiamo che cinque pani e due pesci»: sono le parole di sconforto dei discepoli di fronte a circa cinquemila uomini che chiedono da mangiare!
Pochi pani e pochi pesci: un nulla, ma proprio in quel nulla Gesù, come leggiamo nella pagina di Vangelo di questa domenica, scorge lo spazio necessario del dono, la condizione in cui Dio può mostrare la sua misericordia e la sua benedizione. «Tutti mangiarono a sazietà»!
Pane che, insieme al vino, ritroviamo nella prima lettera di San Paolo ai Corinzi: attraverso essi Cristo si dona all’uomo, Dio viene, ogni giorno, a rinnovare la sua alleanza con l’uomo.
«…prese del pane, e dopo aver reso grazie disse: Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me […] Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me».
Ma non possiamo trattenere questo pane di vita! «Voi stessi date loro da mangiare»: senza le mani dei discepoli che donano ciò che hanno ricevuto dalle mani di Gesù, non sarà possibile sfamare la folla.
E ancora: «…fate questo in memoria di me»: questa è l’Eucarestia! Vita ricevuta da donare quotidianamente, vita moltiplicata perché non trattenuta, perché condivisa, vita che diventa capacità di saziare il bisogno dell’altro!
E non c’è limite…Melchisedek, sacerdote pagano che incontriamo nella prima lettura di oggi, offre pane e vino a Dio, benedice e condivide il pane e il vino non solo con il suo popolo ma anche con Abramo e la sua gente. Egli non offre il sacrificio nel tempio di Gerusalemme, ma costituisce il segno evidente che il mondo intero è il tempio da cui si innalza l’incenso della preghiera e della benedizione, della lode e del ringraziamento. Il segno eloquente di un Dio che non è appannaggio esclusivo di nessuno, un Dio che si rivela, si dona, sfama e santifica proprio attraverso le mani di tutto l’uomo, di ogni uomo!