In Nicaragua il cartello delle opposizioni Alianza Cívica ha chiesto la liberazione di 89 detenuti politici che sono ancora agli arresti. Si tratta di persone comprese nella lista della Croce Rossa internazionale, ma che non sono riconosciuti come tali dal Governo., che ha invece liberato nei giorni scorsi oltre un centinaio di detenuti. Ma non è questo l’unico segnale che la repressione è ancora in atto nel Paese centroamericano.
“Negli ultimi giorni il Governo, attraverso la Polizia e altri gruppi affini, ha intensificato la persecuzione verso i nostri fedeli, filmandoli, fotografandoli, intimorendoli con aggressioni verbali e fisiche e con l’assedio alle chiese durante le celebrazioni liturgiche. Per questo denunciamo gravi violazioni alla libertà di culto, garantita dall’articolo 29 della Costituzione”. Queste le parole del segretario generale della Conferenza episcopale nicaraguense, mons. Abelardo Mata Guevara, vescovo di Estelí, al termine dell’incontro dei vescovi che si è svolto lunedì scorso, dopo che nel weekend di erano registrati attacchi alle cattedrali di León e di Managua.
Mons. Mata ha spiegato di parlare a titolo personale, poiché i vescovi non sono riusciti, per il poco tempo a disposizione e perché c’erano altri temi all’ordine del giorno, a elaborare un documento comune sulla situazione.
Il vescovo ha proseguito dicendo che la Chiesa “avrà sempre le porte aperte per tutti coloro che si sentano perseguitati ed esclusi”, spiegando che è “proprio di ciascun uomo e donna che si sentano deboli e impotenti di fronte alle armi e al potere dei sistemi ingiusti cercare rifugio in luoghi di pace e tranquillità, nei luoghi dove abita Dio”.
Mons. Mata ha detto che i vescovi si sono impegnati a discutere più a fondo della situazione del Paese e della libertà religiosa nel loro prossimo incontro.

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