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Francesco: le comunità ecclesiali e civili devono essere vicine ai rifugiati

Michele Raviart – Città del Vaticano, fonte vaticannews

Papa Francesco ha invitato le comunità ecclesiali e civili a essere vicini alle necessità e alle sofferenze dei rifugiati, a pochi giorni dalla Giornata mondiale dell’Onu a loro dedicata. “Questa ricorrenza invita tutti alla solidarietà con gli uomini, le donne e i bambini in fuga da guerre, persecuzioni e violazioni dei diritti fondamentali”, ha detto il Papa dopo la Messa celebrata ieri in piazza Cavour a Camerino e prima della recita dell’Angelus. (Ascolta il servizio con le parole del Papa).

Il saluto del Papa ai fedeli

Francesco ha poi salutato non solo le persone che hanno partecipato alla Santa Messa, ma anche i malati, gli anziani, i carcerati e “tutti coloro che, attraverso la radio e la televisione, si sono uniti spiritualmente”, alla celebrazione. Un saluto speciale e un incoraggiamento agli abitanti di San Severino Marche, che saranno salutati dall’alto durante il viaggio di ritorno del Pontefice in elicottero.

La testimonianza dei Santi marchigiani

Nel ricordare la beata Edvige Carboni, “una semplice donna del popolo che nell’umile quotidianità abbracciò la Croce, dando testimonianza di fede e di carità”, beatificata ieri in Sardegna, il Papa ha ricordato le testimonianze di santità di cui sono ricche le Marche e la zona di Camerino. “Penso”, ha detto Francesco, “a San Venanzio, San Severino, Sant’Ansovino, San Nicola da Tolentino, San Pacifico, e alla Beata Battista Varano. Penso altresì alle numerose figure di ‘santi della porta accanto’ non beatificati o canonizzati, ma che hanno sostenuto, sostengono e hanno trasformato famiglie e comunità con la forza della loro vita cristiana”.

La visita alla Chiesa di Santa Maria in Via

Dopo la recita dell’Angelus, il Pontefice si è brevemente fermato in preghiera davanti alla chiesa di Santa Maria in Via, alla quale ha affidato l’intera comunità diocesana.