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Sorelle Clarisse: “Il segreto della Trinità è una continua circolazione di doni dentro cui è preso e compreso anche l’uomo”

DIOCESI – Lectio delle Sorelle Clarisse del monastero Santa Speranza in San Benedetto del Tronto.

Il senso di tutte le feste celebrate finora, Natale, il Triduo Pasquale, l’Ascensione, la Pentecoste, è sempre stato quello del “Dio con noi”; ma, come può Dio essere con noi se quella parolina “con”, non appartenesse già da sempre alla sua essenza e alla sua vita intima? Ed è questo che, oggi, ci viene a dire con forza la solennità della Trinità.

Dio non è il Dio solitario e perfetto nella sua solitudine, ma è il Dio comunione, relazione, dinamica, empatia, famiglia, innamoramento, scambio, diversità.

Questo è il modo di essere di Dio! Non teoria, non teologia ma atto d’amore: per questo, anche se non potremmo mai comprendere interamente il mistero della Trinità, possiamo comunque, ogni giorno, farne esperienza.

Dio, infatti, non è una fortezza rinchiusa tra alte mura, una fortezza che noi, con le nostre macchine da guerra – ascesi, introspezione, misticismo… – siamo chiamati ad espugnare; è una casa, invece, piena di porte aperte, attraverso le quali noi siamo invitati ad entrare.

Il segreto della Trinità è una continua circolazione di doni dentro cui è preso e compreso anche l’uomo: un continuo riversare Amore da parte del Padre e un continuo accompagnarci verso la grazia da parte del Figlio, come leggiamo nella lettera di San Paolo ai Romani, un continuo ed instancabile guidarci alla verità di questo Amore da parte dello Spirito, come ci dice l’evangelista Giovanni.

Se Dio è Dio solo in virtù di questa comunione, allora anche l’uomo sarà uomo solo in una analoga relazione d’amore. Rallegrarsi con quelli che gioiscono, piangere con quelli che sono afflitti, semplicemente essere “con” tutti quelli con i quali Dio è.

Non vogliamo spiegare chi è Dio, vogliamo solo immergerci nel suo amore e vivere nel presente con la consapevolezza di ciò che siamo, con passione, guidati da uno Spirito che ci insegna a camminare verso il futuro, verso le cose future… «saldi nella speranza della gloria di Dio», verificando, cioè, continuamente il peso e lo spessore di Dio nella nostra vita.