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Sorelle Clarisse: “Questa è la Pentecoste! Un Dio che prende dimora nell’uomo, che fa dell’uomo la sua dimora”

DIOCESI – Lectio delle Sorelle Clarisse del monastero Santa Speranza in San Benedetto del Tronto.

Se non fosse venuto lo Spirito, noi non avremmo mai capito che la vicenda di quel Gesù di Nazareth crocifisso era più che una questione di provincia, storicamente priva di interesse.
Essa sarebbe stata per noi, anzi, davvero incomprensibile. La pretesa di quell’uomo, con un po’ di quella sua sofferenza sulla croce, che in fondo mille altri hanno parimenti dovuto soffrire, di aver addirittura riconciliato l’universo con Dio, liberato ogni uomo dai suoi peccati, di averlo salvato dalla morte eterna e di averlo ricondotto alla casa del Padre, questa pretesa era poi davvero troppo fantastica per essere presa sul serio. Una enormità che non poteva entrare in testa agli uomini che sulla terra ebbero a che fare con lui, né tantomeno a noi lontani da quei fatti più di duemila anni!
Che cosa era necessario allora per aprirci a questa comprensione? Che egli ci desse il suo Spirito, che oltrepassasse le frontiere tra l’io e il tu, tra uomo e uomo, e riversasse qualcosa del suo “io” nel nostro “io”.
Questa è la Pentecoste! Un Dio che prende dimora nell’uomo, che fa dell’uomo la sua dimora: non c’è più un Dio che rimane solo Dio e un uomo che rimane solo uomo, ma un entrare l’uno nell’intimità dell’altro, in quell’intimità dove ciascuno si conosce, sa delle sue profondità e dei suoi segreti, nella più profonda soggettività di ognuno!
Ed è questo essere l’uno nell’altro, l’uno dell’altro che ci accompagna e ci custodisce. Leggiamo, infatti, nel Vangelo: «…lo Spirito Santo…lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto». Ricordare è continuare a vivere di una Parola, è scegliere di affidarsi a questa Parola, è tenersi stretti alla Parola dell’Amato, non lasciarsela sfuggire! E la Parola ci guiderà nel nostro cammino di vita, nello scorrere della storia, nello scorrere di un quotidiano che ci chiama ad essere, per gli altri, l’apertura verso il cielo!
Gli apostoli, a Gerusalemme, raccontano a «Parti, Medi, Elamiti; abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadocia, del Ponto e dell’Asia, della Grigia e della Panfilia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene, Romani, Giudei e proseliti, Cretesi e Arabi…», raccontano a tutti le meraviglie «delle grandi opere di Dio»: oggi, noi, desideriamo raccontare a tutti la Parola che ha trasformato la nostra vita, l’incontro con la Parola che, ogni istante, è novità di vita…desideriamo, come il salmista, «benedire», dire bene del Signore che irrompe nella nostra storia per colmarla del suo amore.