“La santità, come chiamata che dà senso al cammino di tutta la vita; la comunione, come ‘humus’ delle vocazioni nella Chiesa; la vocazione stessa, come parola-chiave da preservare, coniugandola con le altre: ‘felicità’, ‘libertà’ e ‘insieme’; e infine declinandola come speciale consacrazione”: sono le tre linee indicate da Papa Francesco, nel discorso consegnato ai partecipanti al congresso dei Centri nazionali per le vocazioni delle Chiese di Europa e ricevuti ieri in udienza, nella Sala del Concistoro.
“Il discorso sulla vocazione porta sempre a pensare ai giovani”, ha evidenziato il Pontefice, per il quale “questo è bene, ma non dobbiamo dimenticare che la vocazione è un cammino che dura tutta la vita”. La pastorale, secondo il Papa, “non può che essere sinodale”, vale a dire capace di dare forma a un “camminare insieme”. E la sinodalità è “figlia della comunione. Si tratta di vivere di più la figliolanza e la fraternità, di favorire la stima reciproca, valorizzare la ricchezza di ciascuno, credere che il Risorto può operare meraviglie anche attraverso le ferite e le fragilità che fanno parte della storia di tutti. Dalla comunione della Chiesa nasceranno nuove vocazioni”.
La parola “vocazione”, per Francesco, “non è scaduta”. “Conosco alcune comunità che hanno scelto di non pronunciare più la parola ‘vocazione’ nelle loro proposte giovanili, perché ritengono che i giovani ne abbiano paura e non partecipino alle loro attività – ha ricordato il Santo Padre –. Questa è una strategia fallimentare: togliere dal vocabolario della fede la parola ‘vocazione’ significa mutilarne il lessico correndo il rischio, presto o tardi, di non capirsi più. Abbiamo bisogno – invece – di uomini e donne, laici e consacrati appassionati, ardenti per l’incontro con Dio e trasformati nella loro umanità, capaci di annunciare con la vita la felicità che viene dalla loro vocazione”.
“Oggi la vita di tutti è frammentata e a volte ferita; quella della Chiesa non lo è di meno. Radicarsi in Cristo è la via maestra per lasciare che la sua opera ci ricomponga. Accompagnare e formare la vocazione è acconsentire all’opera artigianale di Cristo che è venuto a portare il lieto annuncio ai poveri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi e ai ciechi la vista. Coraggio allora! Cristo ci vuole vivi!”, ha concluso.

Entra a far parte della Community de L'Ancora (clicca qui) attraverso la quale potrai ricevere le notizie più importanti ed essere aggiornati, in tempo reale, sui prossimi appuntamenti che ti aspettano in Diocesi.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *