Non cedere al “senso dilagante di paura” e alla “cultura dell’odio”. È l’invito del Papa, durante l’incontro a Bucarest con il Sinodo della Chiesa ortodossa romena. L’icona scelta da Francesco è quella dei discepoli di Emmaus: “Anche noi abbiamo bisogno di ascoltare insieme il Signore, soprattutto in questi ultimi tempi, nei quali le strade del mondo hanno condotto a rapidi cambiamenti sociali e culturali”. “Dello sviluppo tecnologico e del benessere economico hanno beneficiato in molti – il grido d’allarme del Papa – ma i più sono rimasti inesorabilmente esclusi, mentre una globalizzazione omologante ha contribuito a sradicare i valori dei popoli, indebolendo l’etica e il vivere comune, inquinato, in anni recenti, da un senso dilagante di paura che, spesso fomentato ad arte, porta ad atteggiamenti di chiusura e di odio”. “Abbiamo bisogno di aiutarci a non cedere alle seduzioni di una ‘cultura dell’odio’ e individualista – l’appello del Santo Padre – che, forse non più ideologica come ai tempi della persecuzione ateista, è tuttavia più suadente e non meno materialista. Essa presenta spesso come via di sviluppo ciò che appare immediato e risolutorio, ma in realtà è indifferente e superficiale”.

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