Di Don Gian Luca Rosati

Leggi l’articolo Monache Clarisse: “È una frase dell’amore che Gesù Cristo ha predicato e che dobbiamo rimettere al centro della nostra vita”

«Lo avete fatto a me» (Mt 25, 40).
La notizia è su quasi tutti i giornali!
Eppure si tratta di una frase risalente a quasi 2000 anni fa.

È contenuta tra le pagine di un libro insieme a tante altre frasi.
Il libro si chiama “Vangelo”.

Il versetto in questione è tratto da un discorso di Gesù e nella sua interezza suona così: «In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me».

Improvvisamente questa Parola di Gesù è uscita dal Vangelo e ha cominciato a girare per le strade e a incontrare la gente.

L’effetto dell’incontro è sorprendente!

«Lo avete fatto a me» sveglia anche le coscienze più assonnate, mandando in crisi un sistema che tende a presentare come giuste l’indifferenza, la durezza di cuore, la mancanza di pietà e compassione.

Gesù dice: «Lo avete fatto a me», e noi torniamo a vedere il nostro prossimo e lo scopriamo maltrattato, offeso, umiliato, emarginato, scartato,… imprigionato.

Adesso lo vediamo ovunque il nostro prossimo: può essere nostro fratello, nostra madre, nostro padre, una persona malata, una persona che gioisce, un amico, uno sconosciuto che incontriamo per strada,… un nemico. Sì, possiamo farci prossimi a chiunque, pure ai nostri nemici!

Se ci trovassimo in mezzo al mare e ci fosse uno in pericolo di vita, anche lì vedremmo semplicemente il nostro prossimo e non esiteremmo a salvarlo!

«Lo avete fatto a me» significa che quando vediamo persone che dormono sulle panchine o buttate agli angoli delle strade, proviamo a metterci nei loro panni e non ci sentiamo troppo bene,…

«Lo avete fatto a me» richiama a tutti l’importanza della solidarietà umana.
E quanto è importante educare alla solidarietà umana!
È proprio grazie alla solidarietà umana che tanti uomini e donne si prendono a cuore la situazione dei loro familiari, dei vicini di casa, di persone lontane, dei più piccoli, degli ultimi e degli scarti della società,…

«Lo avete fatto a me» richiama a tutti l’importanza della condivisione!
E quanto è importante educare alla condivisione!
È proprio grazie alla condivisione che ciascuno mette a disposizione della comunità i suoi talenti perché tutti possano trarne beneficio.
È proprio grazie alla condivisione che ai poveri non manca il pane quotidiano e l’assistenza sanitaria,…

«Lo avete fatto a me» richiama a tutti la necessità del volontariato!
E quanto è importante incoraggiare il volontariato!
Le associazioni oggi faticano a rimanere in piedi e a trovare nuovi volontari, eppure crescono le richieste di intervento da parte di chi vive in situazioni di disagio.

«Lo avete fatto a me» è una buonissima notizia per la realtà in cui viviamo: essa ci rincuora nella nostra ordinaria azione di uomini e di cristiani e ci mantiene svegli quando la nostra coscienza rischia di addormentarsi in una falsa pace!

Speriamo che questa Parola straordinaria ci porti a uscire incontro al prossimo per alleggerire la sua solitudine e la sua povertà e rispondere al suo estremo bisogno di prossimità!

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5 commenti

  • Paola Pomioli
    23/05/2019 alle 12:19

    È un articolo molto bello. Penso che abbia colto appieno l'intenzione delle suore clarisse. Grazie.

  • Danilo Di Concetto
    23/05/2019 alle 12:46

    Una bellissima riflessione che a mio avviso andrebbe divulgata ancora maggiormente affinché..... "il mondo" creda. Un grazie sentito alle Suore Clarisse. Danilo.

  • roccofranco d'olimpio
    24/05/2019 alle 06:09

    Finalmente torna ad esistere lo stupore. Stupirsi della novità delle cose antiche. Questo ridona speranza. Non tutto è perduto perché i semi sono ancora capaci di germogliare e ridare vita. Al seme della Parola di Dio tanto bistrattata da chi non la vuole sentirla (non c'è hobby più praticato che il parlare da saccente di cose che non si conoscono) è bastato "cadere" su un balcone per attecchire ed emanare come nuovo, come rivoluzionario, un messaggio antico. Oggi come allora da fastidio. In una società morente ciò che dà vita dà fastidio. Ognuno può scegliere se esistere in tranquillità nella cultura morente o infastidirsi per il rinnovarsi della vita. Si può optare anche per queste cose, o per abortire o portare avanti la gravidanza difficile. E' tutta una questione di scelta...anzi no, di quanta capacità di scegliere ci è rimasta dentro di noi.

  • Dino Pirri
    24/05/2019 alle 10:53

    Grazie don Gianluca per aver condiviso la tua riflessione.

  • Claudio Benigni
    26/05/2019 alle 01:39

    Grande DON!!!!

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