Stefano De Martis

Per eleggere i 73 deputati italiani al Parlamento europeo si vota dalle 7 alle 23 di domenica 26 maggio. La scheda contiene i simboli dei partiti tra cui gli elettori sono chiamati a scegliere tracciando un segno come di consueto. Accanto a ogni simbolo c’è lo spazio per esprimere da una a tre preferenze scrivendo il cognome dei candidati prescelti. Nel caso in cui si esprimano più preferenze bisogna aver cura di indicare candidati di sesso diverso. Quindi non è possibile scegliere tutti candidati uomini o tutte candidate donne. Qualora ciò accadesse, verrebbe presa in considerazione soltanto la prima indicazione. Una sola preferenza può essere espressa per i candidati compresi nelle liste di minoranze linguistiche.

Ai fini del voto europeo il territorio italiano risulta diviso in cinque circoscrizioni:

nord-occidentale (Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria e Lombardia) con 20 seggi da assegnare; nord-orientale (Veneto, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia ed Emilia-Romagna) con 14 seggi; 14 seggi anche per quella centrale (Toscana, Umbria, Marche e Lazio); 17 seggi vanno alla circoscrizione meridionale (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata e Calabria) e 8 alle isole (Sicilia e Sardegna).
Il sistema elettorale è di tipo proporzionale. Il riparto dei seggi avviene a livello nazionale tra le liste che abbiano conseguito almeno il 4% dei voti validi. I seggi ottenuti da ciascuna lista sul piano nazionale vengono quindi assegnati alle singole circoscrizioni in proporzione ai consensi riportati dalle liste in ciascuna di esse.
Le liste con i candidati sono affisse all’interno dei seggi ma possono essere preventivamente esaminate sul sito internet del Ministero dell’interno in un’apposita sezione denominata “elezioni trasparenti”.
Sono elettori tutti i cittadini maggiorenni. Al seggio oltre alla tessera elettorale bisogna come al solito esibire un documento d’identificazione munito di fotografia e rilasciato dalla pubblica amministrazione (valide anche le tessere degli ordini professionali purché dotate di fotografia). Il cellulare non può essere portato all’interno della cabina elettorale e va consegnato ai componenti del seggio. I figli minori non possono seguire nella cabina i genitori. L’unico caso in cui l’elettore può essere accompagnato è quello dell’impossibilità fisica di esprimere autonomamente il voto (non vedenti, amputati delle mani, affetti da paralisi o da un impedimento analogo). Per questa situazione e per le possibilità previste per elettori non deambulanti, degenti in ospedali e case di cura o impossibilitati a muoversi da casa, le modalità e i requisiti richiesti sono visionabili sul sito del Ministero dell’interno.

Il corpo elettorale italiano coinvolto complessivamente nel voto europeo supera i 51 milioni di persone.

Per circa 17 milioni di cittadini l’appuntamento con le urne è duplice: il 26 maggio si vota anche per i sindaci e i consigli di quasi la metà dei Comuni italiani, tra cui sei capoluoghi di Regione e 21 capoluoghi di Provincia. Oltre 3 milioni e 600 mila piemontesi sono inoltre chiamati a eleggere il presidente della loro Regione. E in Trentino-Alto Adige gli elettori di due collegi tornano alle urne anche per eleggere altrettanti deputati in sostituzione dei parlamentari che nel frattempo sono diventanti rispettivamente presidente e assessore della Provincia autonoma di Trento.

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