Il mese di maggio è tradizionalmente dedicato alla Madonna. Nelle Chiese, nelle edicole sparse ovunque, nelle case tante persone si radunano per la preghiera del rosario. Quest’anno la nostra diocesi accoglie l’immagine di Nostra Signora di Lourdes e le reliquie di S. Bernadette Soubirous che a 14 anni presso la grotta di Massabielle ha la prima di 18 apparizione dell’Immacolata Concezione.

Questa ragazzina povera, semplice, analfabeta ebbe a dire : “Se la Madonna avesse trovato qualcuno più ignorante e povera di me, avrebbe scelto lei”. In una società che si caratterizza sempre di più, come afferma il cardinal Ravasi, per il suo “apateismo”, cioè l’apatia religiosa e l’indifferenza morale, e dove cresce di conseguenza il disprezzo del debole, il fermarsi davanti alla Madre dei poveri, il venerare quei santi che testimoniano come gli ultimi sono i prediletti di Dio, aiuta a sprigionare l’amore, a diventare più umani, ad essere maggiormente attenti a chi è considerato uno ‘scarto’. Sarebbe davvero bello ritrovarci insieme in Cattedrale per pregare e meditare sul grande mistero di Dio e dell’uomo.

Durante il corso delle apparizioni Bernadette compie dei gesti sconvolgenti ed incomprensibili: bacia la terra, mangia l’erba, si imbratta la faccia con il fango. E grattando il terreno appare dell’acqua pura, chiara, limpida: segni che ricordano come la vita può essere sporcata, insozzata, imbruttita, ma può essere anche lavata, purificata, trasfigurata grazie all’intervento del Signore. Jovanotti nella canzone ‘Fango’ canta: “Io lo so che non sono solo anche quando sono solo, io lo so che non sono solo e rido e piango e mi fondo con il cielo e con il fango”. Forse proprio questo è il messaggio che ci porta Santa Bernadette: a volte sembra di essere soli al mondo ognuno eppure nessuno è abbandonando perché sempre Dio assicura la sua presenza. A Lourdes il cielo si china sulla terra, con lo stile di Dio, arriva là dove l’uomo sperimenta l’emarginazione, il disinteresse, il disprezzo degli altri. La Vergine Maria sceglie tra tutte le ragazze quella che in paese era chiamata la ‘puzzolente’. Per nessuno la vita è o deve essere solo terra fangosa, ma anche riflesso del nitido cielo!

Fermiamoci anche noi davanti all’immagine di Nostra Signora di Lourdes e alle reliquie di Santa Bernadette, con loro mettiamoci alla scuola del Vangelo per re-imparare la lingua dell’umano, per ‘ripulire’ la propria vita, per arrivare ad amare l’inamabile: chi è senza pane, senza affetto, senza un luogo dove sentirsi a casa. Ci prepari a questo incontro e ci aiuti la meditazione del testamento di Santa Bernadette: “Per l’indigenza di mamma e papà per la rovina del mulino, per il vino della stanchezza, per le pecore rognose : grazie, mio Dio! Bocca di troppo da sfamare che ero; per i bambini accuditi, per le pecore custodite, grazie! Grazie o mio Dio, per il Procuratore, per il Commissario, per i Gendarmi, per le dure parole di Peyremale. Per i giorni in cui siete venuta, Vergine Maria, per quelli in cui non siete venuta, non vi saprò rendere grazie altro che in Paradiso. Ma per lo schiaffo ricevuto, per le beffe, per gli oltraggi, per coloro che mi hanno presa per pazza, per coloro che mi hanno presa per bugiarda, per coloro che mi hanno presa per interessata. Grazie Madonna!
Per l’ortografia che non ho mai saputa, per la memoria che non ho mai avuta, per la mia ignoranza e per la mia stupidità, grazie! Grazie, grazie, perché se ci fosse stata sulla terra una bambina più stupida di me, avreste scelto quella! Per la mia madre morta lontano, per la pena che ebbi quando mio padre, invece di tendere le braccia alla sua piccola Bernadette, mi chiamò Suor Maria Bernarde: grazie, Gesù! Grazie per aver abbeverato di amarezza questo cuore troppo tenero che mi avete dato. Per Madre Giuseppina che mi ha proclamata: “Buona a nulla”. Grazie!

Per i sarcasmi della madre Maestra, la sua voce dura, le sue ingiustizie, le sue ironie, e per il pane della umiliazione, grazie! Grazie per essere stata quella cui la Madre Teresa poteva dire: “Non me ne combinate mai abbastanza”. Grazie per essere stata quella privilegiata dai rimproveri, di cui le mie sorelle dicevano: “Che fortuna non essere come Bernadette Grazie di essere stata Bernadette, minacciata di prigione perché vi avevo vista, Vergine Santa! Guardata dalla gente come bestia rara; quella Bernadette così meschina che a vederla si diceva: “Non è che questa?!”.

Per questo corpo miserando che mi avete dato, per questa malattia di fuoco e di fumo, per le mie carni in putrefazione, per le mie ossa cariate, per i miei sudori, per la mia febbre, per i miei dolori sordi e acuti, Grazie mio Dio!
Per quest’anima che mi avete data, per il deserto della aridità interiore, per la vostra notte e per i vostri baleni, per i vostri silenzi e i vostri fulmini; per tutto, per Voi assente e presente, grazie! Grazie o Gesù!”.

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