ACQUAVIVA PICENA – La manifestazione dedicata al 25 aprile, per ricordare la liberazione dell’Italia dopo la guerra, anniversario anche della Resistenza, ad Acquaviva Picena ogni anno ricorda anche la figura di Mariano Vulpiani, catturato dai tedeschi perché ha aiutato i partigiani. Presenti autorità politiche, militari, religiose e civili. Presenti il sindaco di Acquaviva Rosetti e l’amministrazione comunale, il consigliere della Provincia di Ascoli Piceno Novelli, il consigliere del comune di San benedetto del Tronto Pompili, il maresciallo comandante di stazione Sansiveri, il rappresentante della Capitaneria di Porto capitano Cipresso, l’associazione bersaglieri, l’associazione Combattenti e Reduci, il cav. Grilli dell’A.N.C.R sezione di Acquaviva Picena, l’associazione Palio del Duca con il presidente cav, Nello Gaetani, l’associazione Laboratorio Terraviva con il presidente Filippo Gaetani, l’ex presidente della Provincia di Ascoli Piceno Massimo Rossi, il presidente dell’ANPI Perini e la vice presidente del comitato provinciale dott.ssa Forlini, il presidente dell’ANPI della sezione di San Benedetto del Tronto Bruni. La dirigente scolastica Bellini, i docenti e gli alunni della scuola “A. De Carolis” di Acquaviva. Presente anche la famiglia di Vulpiani: i nipoti Mariano e Gabriele e la nuora Lucia. Il corteo è partito da piazza san Niccolò e si è diretto fino alla casa di Mariano Vulpiani dove ha deposto una corona d’alloro. Dopo la benedizione da parte del vice parroco padre Emil, il corteo è ripartito per deporre una seconda corona davanti al monumento dei caduti in guerra di Acquaviva. La manifestazione è poi proseguita alla Sala Consiliare della BCC Banca del Piceno dove sono stati approfonditi temi sulla guerra, sui partigiani e tanto altro. Il giorno scelto per commemorare il 25 aprile, è stato sabato 27, in modo che anche gli alunni della quinta primaria e prima, seconda e terza secondaria di primo grado potessero partecipare con le poesie e i loro scritti. Ad Acquaviva Picena il comitato per la ricorrenza del 25 aprile vuole particolarmente ricordare la figura del Vulpiani e del suo ruolo in quel periodo storico e vuole inoltre farlo conoscere ai più giovani tramandando così le sue gesta.

Il consigliere Franca Vertemati dopo i saluti iniziali ha lasciato la parola al sindaco Rosetti: “ Prendo in prestito le parole dell’ex Presidente della Repubblica Sandro Pertini, presidente partigiano che incontrai quando avevo più o meno la vostra età: “Dietro ogni articolo della Carta Costituzionale stanno centinaia di giovani morti nella Resistenza. Quindi la repubblica è una conquista nostra e dobbiamo difenderla, costi quel che costi”. È dal sacrificio di tanti che è nata la Costituzione. Oggi non abbiamo sfilato perché è una bella giornata di sole, ma per un tema importante, per ricordare il sacrificio di quanti hanno combattuto affinché noi ora potessimo essere liberi. Pensate anche al sacrificio di Mariano Vulpiani e pensate che l’Europa nasce dal sacrificio di quei giovani che hanno difeso la libertà a costo della loro vita”.

Il consigliere provinciale Novelli ha detto: “Sono fiero di rappresentare la provincia di Ascoli Piceno, insignita della Medaglia d’oro al Valore per attività Partigiana. Vorrei sottolineare in particolare che nella Costituzione Italiana ci sono parole mai usate prima nemmeno in altre Costituzioni o regolamentazioni di altri Paesi. Dobbiamo soffermarci sulle affermazioni di Aldo Moro e Concetto Marchesi, sono un segno di speranza. Dobbiamo ricordare le parole di Calamandrei…Da molti esponenti politici e istituzionali dell’epoca della Resistenza, del post guerra e del periodo in cui nasceva la nostra Costituzione dobbiamo ricordare gli animi, il coraggio, tutto il loro agire è per noi lezione di vita”. Il nipote del Vulpiani, Gabriele ha detto: “Grazie a tutti i presenti, grazie in modo speciale a Luigi Torquati per il profondo rispetto per mio nonno, per l’organizzazione di questa manifestazione e per il suo impegno affinché la memoria di mio nonno non sparisca. Io non ho mai conosciuto mio nonno, è stata la mia famiglia che me ne ha parlato. Mio nonno era un contadino che aveva una vita semplice, non si era  mai occupato di politica, ma in quegli anni era la politica che si occupava della gente. Mio nonno aiutò dei partigiani a nascondersi, sapeva a cosa sarebbe andato incontro, ma li aiutò. L’Italia in quel momento era un Paese in forte difficoltà, si combatteva contro i tedeschi e contro gli italiani fascisti stretti collaboratori dei tedeschi. Qualcuno raccontò ai soldati tedeschi quello che aveva fatto mio nonno e una mattina andò nella sua campagna e non fece più ritorno a casa, venne torturato e quando incontrò i suoi figli lo trovarono ferito e con il cranio così rotto che si vedeva il cervello. Venne portato in giro per far vedere a tutti cosa accadeva a chi andava contro il regime fascista. Mio nonno nonostante le torture non disse mai il nome dei partigiani, il suo corpo non fu mai trovato, nemmeno i suoi figli hanno mai conosciuto la sorte di mio nonno e dove andare a cercare il suo corpo. La mia famiglia non ha mai avuto delle ossa, una bara sulla quale piangere. Ragazzi, ora siete abituati a vedere i supereroi fare cose straordinarie, cose che le persone comuni non sanno fare. Un tempo invece si era supereroi rimanendo persone normali, rimanendo umani. Ci sono tante persone come mio nonno che rimarranno per sempre nell’anonimato, persone i quali nomi non finiranno mai nei libri di storia, ma che hanno fortemente contribuito alla liberazione dell’Italia dall’oppressore proprio come tutti gli altri. Ognuno a proprio modo ha messo a rischio la propria vita per conquistare la libertà. L’ex presidente Rossi ha detto: “Oggi sono qui in qualità di amico di Teodoro, figlio di Mariano Vulpiani. Quando sento raccontare questa storia sono pervaso da una forte commozione. Mi voglio rivolgere soprattutto ai giovani, Mariano era un contadino, la sua unica colpa era quella di essere rimasta una persona umana. Insieme alla Resistenza armata c’erano i civili che invece di rimanere indifferenti si impegnarono a portare il loro sostegno ovunque servisse. Io da mio padre ho ricevuto un insegnamento che oggi voglio dispensare anche a voi: non bisogna girarsi dall’altra parte quando vengono commesse ingiustizie a noi e al nostro prossimo. Davanti alle discriminazioni, davanti ad ogni forma di mancanza di rispetto bisogna agire affinché le cose cambino. Ci stiamo dimenticando dei valori della nostra Costituzione. Tutto parte da un’ingiustizia a qualcuno, di solito ai più deboli, ai più poveri a chi insomma trova difficoltà a difendersi e poi la situazione diventa sempre più grande, ingestibile. A tal proposito vorrei leggervi un testo di Brecht che proviene da un sermone di un pastore luterano Niemoller: Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me e non c’era nessuno a protestare”. Poi ha preso la parola la dott.ssa Forlini: “Si dovrebbe festeggiare il 25 aprile tutti i giorni, nella Costituzione Italiana ci sono parole che lette così alla svelta possono sembrare nulla e invece rappresentano molto, un esempio tra i tanti è la parola ripudia, l’Italia ripudia la guerra, questo recita l’articolo, poteva essere usata anche la parola rifiuta e invece è stato scelto un altro termine. Chi ha composto la Costituzione sapeva l’importante compito che andava a sostenere. Ci sono state tante donne che in modi diversi si è adoperata per dare una mano ai partigiani, alla Resistenza.

Ci sono state donne come Teresa Mattei che già rifiutò le leggi razziali già prima che scoppiasse il conflitto. Tante donne delle nostre montagne ascolane che nelle loro parannanze portavano bombe a mano, armi e messaggi ai partigiani nascosti tra le montagne. Le donne non hanno trovato posto nei libri di storia, ma è fondamentale ricordare che quando gli uomini erano al fronte o organizzati clandestinamente per combattere l’oppressore loro portarono avanti l’Italia, l’economia e le aziende, dovevano conciliare il loro ruolo di madri con l’impegno a sostituire nei luoghi di lavoro i propri mariti o padri”. Pietro Perini ha detto: “Tutto ciò che la Liberazione ha ottenuto ora ci permette di vivere liberamente, se ora potete girare e giocare senza restrizioni lo dovete a chi si è sacrificato per ottenere la libertà che all’Italia era stata tolta. I ragazzi che hanno combattuto all’epoca erano poco più grandi di voi, conoscere le loro gesta vi servirà per contrastare ogni forma di restrizione alla libertà. Ragazzi, dovete essere attenti a non farvi negare la libertà, a non farvi illudere”. La preside Bellini ha detto: “Io ringrazio tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questa manifestazione perché ci ha permesso di affrontare questi temi e di far conoscere ai ragazzi figure importanti come Mariano Vulpiani”. Poi i bambini hanno letto poesie e racconti sulla guerra, in particolare Christian ha raccontato la storia del suo bisnonno Pasquale soldato infermiere, morto sotto un bombardamento nel campo di concentramento dove era stato fatto prigioniero e considerato IMI, gli IMI: Internati Militari Italiani, erano tutti i soldati italiani che catturati o dovevano scegliere di entrare a far parte dell’esercito tedesco e quindi significava anche torturare i prigionieri, o essere considerati internati e chiusi nei lager dove vivevano in condizioni disumane. I tedeschi avevano fatto questa scelta di considerarli internati e non prigionieri di guerra, perché in quest’ultimo caso sarebbero stati protetti dalla Convenzione di Ginevra. Un ringraziamento anche alla Regione Marche per il patrocinio e alla BCC Banca del Piceno per la disponibilità all’utilizzo dell’Auditorium.

Patrizia Neroni 

 

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