DIOCESI – «Provo un profondo dolore nel leggere sui giornali le storie di ragazzi che, soprattutto durante i fine settimana, si perdono tra alcol e droga. Sono giovani che, magari, stanno cercando qualcosa d’importante per vivere pienamente la propria esistenza, ma non riescono a trovarla. Qui c’è la risposta: l’incontro con Dio, che cambia la vita, in meglio». Lo ha detto il vescovo Carlo

Bresciani, in una cattedrale strapiena di gioventù. Quella della “Gmg” diocesana, riunitasi per un appuntamento pre-pasquale, conclusosi con il sacramento della Riconciliazione. Nel corso della serata, don Alfredo Rosati ha raccontato le esperienze vissute durante l’ultima Gmg di Panama. L’appuntamento si è svolto a tappe: iniziato poco dopo le ore 20 presso l’abazia di S. Benedetto Martire.

Un luogo sacro ricco di significato, anche perché dedicato ad un santo, morto giovanissimo ai tempi dell’Antica Roma per rivendicare la propria Fede in Cristo. Certo, oggi un giovane cattolico non corre più un rischio così estremo, almeno in Italia, ma dubbi e paure, possono comunque essere in agguato. Il consiglio del vescovo? «Andate a disturbare i vostri sacerdoti» è l’appello che monsignor Bresciani rivolge ai giovani: «Fatelo per un aiuto, per capire e, se serve, anche per un pianto liberatorio. Loro vi sapranno aiutare, dandovi il dono della Parola di Dio».

Tra canti, preghiere e anche chiacchierate tra amici, i ragazzi sono scesi dal Paese Alto, in direzione della chiesa di S. Giuseppe, seconda tappa di questa piccola peregrinatio, conclusa presso la basilica Madonna della Marina. Una basilica che ha accolto i giovani al buio ed è stata rischiarata dalle torce degli smartphone. Prima di quelle luci artificiali, ad illuminare la platea ci ha pensato la luce interiore del giovane Lorenzo che, parlando dal pulpito di S. Benedetto Martire, ha raccontato il suo cammino di Fede, iniziato intorno ai 16 anni. Un’età vissuta come tanti altri adolescenti: serate a ballare con gli amici e la compagnia di qualche ragazza. Ma la musica, prima o poi, finisce e le ragazze se ne vanno. «Sono arrivato a chiedermi: è tutto qui? A 16 anni ero insoddisfatto», ha detto il ragazzo. Un sentimento negativo che poi è radicalmente cambiato, in meglio, grazie a Lui.

Quel Lui che Lorenzo indica chiaramente, citando un bel pensiero di Papa Giovanni Paolo II: «E’ Lui che vi aspetta quando niente vi soddisfa di quello che trovate; è Lui la bellezza che tanto vi attrae; è Lui che vi provoca con quella sete di radicalità che non vi permette di adattarvi al compromesso; è Lui che vi spinge a deporre le maschere che rendono falsa la vita; è Lui che vi legge nel cuore le decisioni più vere che altri vorrebbero soffocare. E’ Gesù che suscita in voi il desiderio di fare della vostra vita qualcosa di grande, la volontà di seguire un ideale, il rifiuto di lasciarvi inghiottire dalla mediocrità, il coraggio di impegnarvi con umiltà e perseveranza per migliorare voi stessi e la società, rendendola più umana e fraterna».

Sul finale, il vescovo rilancia le parole che Papa Francesco ha utilizzato nella “Christus Vivit” l’Esortazione Apostolica Postisinodale rivolta in primis ai ragazzi: «Non avete prezzo! Non siete pezzi da vendere all’asta! Per favore, non lasciatevi comprare, non lasciatevi sedurre, non lasciatevi schiavizzare dalle colonizzazioni ideologiche che ci mettono strane idee in testa e alla fine diventiamo schiavi, dipendenti, falliti nella vita. Voi non avete prezzo: dovete sempre ripetervelo: non sono all’asta, non ho prezzo. Sono libero, sono libero! Innamoratevi di questa libertà, che è quella che offre Gesù».

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