“Chi sostiene che la cultura non ha a che fare con l’economia, non è un vero economista”. Lo ha affermato ieri mattina il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della cerimonia di presentazione al Quirinale dei candidati ai premi “David di Donatello” per l’anno 2019.
“Il cinema – ha rilevato il Capo dello Stato – esprime cultura, industria, ricerca; è sogno, è magia. È parte vitale della nostra comunità: il suo legame con le vicende e con i cambiamenti sociali è molto più robusto di quanto taluno creda”. “Viviamo un tempo di innovazioni velocissime e di connessioni globali”, ha proseguito Mattarella, sottolineando che “i linguaggi si modificano con rapidità inedita. Il linguaggio nel cinema non è soltanto uno strumento. È parte del contenuto artistico, espressivo degli autori. E il cinema ci aiuta a comprenderne il valore”.
“La cultura, del resto, non è separata dalla vita, dai modelli sociali, dai valori che la comunità esprime e trasmette. Il cinema, a sua volta, non sarà mai il prodotto di una cultura separata, o di uno sguardo distaccato sul mondo”, ha evidenziato il presidente, secondo cui “i tanti mestieri del cinema hanno raggiunto nel nostro Paese, nella nostra tradizione, livelli di assoluta eccellenza, così che si può parlare di made in Italy per questo così qualificato ceto professionale che tutto il mondo ammira”.
“La dimensione industriale del cinema, la sua valenza economica e produttiva, hanno grande importanza per il sistema-Paese”, ha aggiunto Mattarella, che ha menzionato la nuova legge sul cinema e ha sottolineato come “l’Europa può e deve svolgere un ruolo decisivo, strategico” sul mercato cinematografico. Anche in questo campo, ha rimarcato il Capo dello Stato, “i singoli Paesi rischiano di non farcela da soli, di non reggere le onde d’urto. Sentiamo il bisogno che l’Europa offra occasioni più grandi ai nostri progetti”.

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