L’Azione Cattolica italiana, fondata nel 1868 e che nel biennio 2017-2018 ha celebrato i suoi 150 anni di vita, ripercorre la sua storia nel primo “Bilancio di sostenibilità” (anno 2018) presentato questo pomeriggio a Roma, richiama la centralità dell’impegno formativo e il “valore del gruppo” come strumento formativo d’eccellenza. Importante anche l’impegno culturale di cui sono espressione il Centro studi, gli Istituti Bachelet e Toniolo, e l’Istituto per la storia dell’Azione Cattolica e del movimento cattolico in Italia (Isacem). Un’associazione aperta al mondo tramite il Fiac, presente in 34 Paesi di quattro continenti, mentre i Paesi osservatori sono 37 di cinque continenti. Ma l’Ac costruisce anche alleanze ed è parte attiva di molteplici reti di associazioni, tavoli di lavoro e campagne, che mettono insieme soggetti ecclesiali e civili. Tra queste Libera, Retinopera, Alleanza contro la povertà, Asvis, Ero straniero, Mettiamoci in gioco, Questo è il mio corpo, Zero zero cinque. Ampio spazio del bilancio è dedicato ai progetti portati avanti dall’associazione, attraverso il racconto di 13 storie, piccole e grandi, che raccontano il valore sociale creato dalla vita associativa sul territorio dando vita a vere e proprie reti generatrici di buone prassi.

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