“Oltre 800 persone nella R.D. del Congo sono già state colpite dall’ebola durante l’ultima epidemia; 500 di loro sono morte. I bambini rappresentano un terzo di tutti i casi di ebola confermati, più che in ogni epidemia passata”. Lo afferma Henrietta H. Fore, direttore generale dell’Unicef, in una nota nella quale si dice “sconvolta dall’ultimo violento attacco contro un centro di cura dell’ebola che stava fornendo assistenza ai bambini e alle famiglie a Butembo, nella Repubblica Democratica del Congo orientale”. Nel corso dell’attacco di due giorni fa – il secondo attacco del genere in meno di una settimana – un agente di polizia è stato ucciso e parte della struttura ha preso fuoco. “Porgo le mie più sentite condoglianze ai membri della famiglia e ai colleghi dell’agente che ha perso la sua vita nell’attacco di due giorni fa e allo staff di Medici senza frontiere che sta fornendo assistenza alle persone in condizioni estremamente difficili”, aggiunge Fore. “Ogni giorno, lo staff dell’Unicef e i suoi partner, fra cui gli operatori sanitari nei centri di cura e nelle comunità, stanno facendo degli sforzi veramente eroici per salvare le vite di bambini e adulti colpiti dal virus dell’ebola. Questo lavoro è un baluardo contro l’epidemia letale – attualmente la seconda più grande della storia – impedendo che si diffonda senza controllo”. “È inconcepibile che qualcuno cerchi di privare i bambini e le famiglie di un servizio che rappresenta per loro la sopravvivenza”, ammonisce Fore, secondo cui “l’unico modo in cui possiamo porre fine a questa epidemia insieme è che gli operatori sanitari, l’Unicef e i partner, siano in grado di operare in sicurezza in tutte le comunità colpite dalla malattia, anche nelle aree più remote” perché “questi riprovevoli attacchi contro centri di cura salvavita, assistenza sanitaria e operatori umanitari, potrebbero rendere la situazione molto peggiore”.

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