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Marche, il turismo vale il 10-11% del PIL regionale

MARCHE – Le Marche non sono più la regione manifatturiera per eccellenza ma si stanno orientando verso il Terziario, in linea con le direttrici dello sviluppo mondiale, tanto che questo comparto raggiunge il 68% nella “torta “ del valore aggiunto delle attività economiche. E il Turismo ha un’incidenza sull’economia e sul PIL regionale del 10 – 11%, poco meno dell’indice nazionale ( 12%) ma in linea con quello mondiale. Questi, tra gli altri, due punti salienti della relazione Il turismo nelle Marche: fattore di sviluppo socio-economico molto rilevante e poco rilevato “ che il Pro Rettore della Politecnica delle Marche, Gian Luca Gregori, docente di Business Marketing, ha presentato nell’evento clou della mattinata alla BIT di Milano. “ Basta lamentarsi – ha esordito – dobbiamo agire perché ci sono i presupposti fondamentali perché il comparto turistico diventi il fattore competitivo e determinante per lo sviluppo economico. Anche delle zone colpite dal terremoto, che erano “ morenti” anche prima della crisi sismica ( con meno abitanti che nel 1861) ma dove si riparte se riparte un’economia del territorio, occorre applicare una logica non isolata sul singolo territorio , ma di turismo allargato e integrato. Per arrivare a delle stime attendibili abbiamo condotto un processo di misurazione – ha proseguito – non sempre ben accetto, ma fortemente necessario perché i dati e la conoscenza che questi consentono di sviluppare sono elementi indispensabili per favorire gli investimenti pubblici e privati nel settore turistico. Determinare l’impatto del turismo dal punto di vista economico, sociale ed ambientale consente di individuare gli effetti positivi e negativi e quindi favorire la realizzazione di interventi orientati allo sviluppo . Misurare allora diventa indispensabile per pensare ad una strategia di sviluppo . Secondo il principio che tutto ciò che non può essere misurato non può essere migliorato . Abbiamo stimato gli impatti economici nei vari effetti diretti, indiretti e dell’indotto e gli impatti sociali nelle ricadute culturali e demografiche. La stima complessiva della spesa turistica che emerge nella nostra regione oscilla tra i 4 miliardi e 94 milioni e i 4 miliardi e 490 milioni , che equivale ad oltre il 10% del Pil regionale .” Secondo Gregori l’attività di misurazione non dovrebbe esclusivamente concentrarsi sullo storico, ma l’elaborazione e la lettura dei dati potrebbero essere realizzate anche con una logica predittiva e soprattutto non più e non solo in una logica quantitativa , ma qualitativa ( ricerche di mercato su varie tematiche, motivazioni, esigenze, prospettive) anche attraverso strumenti come il Neuromarketing e l’intelligenza digitale. Approcci diversi dove la comunicazione e la promozione dell’offerta turistica sono essenziali e rappresentano un vero investimento produttivo. “Insomma – ha concluso Gregori – non esiste un unico approccio alla valutazione nel turismo, ma multidisciplinare in una prospettiva di omnicanalità .”