“L’impegno dei cappellani delle carceri è da valorizzare e da farne oggetto di formazione perché possano con la loro testimonianza trasmettere la libertà che è l’aspirazione di ogni uomo”. Ne è convinto mons. Stefano Russo, vescovo di Fabriano-Matelica e segretario generale della Cei, che questa sera ha inaugurato a Roma il nuovo ufficio dell’Ispettorato generale dei cappellani delle carceri.
Questi sacerdoti, ha spiegato, “sono chiamati a farsi prossimi a persone private della libertà” e svolgono “un lavoro a servizio degli uomini e delle donne del nostro tempo”: “Andiamo avanti insieme, ognuno nel proprio ruolo, per vivere quella prossimità che nasce dal riconoscere in ogni uomo l’immagine di Dio e aiutarlo a scoprire questa consapevolezza”. “Vogliamo contribuire a costruire la civiltà dell’amore”, ha detto da parte sua don Raffaele Grimaldi, ispettore generale dei cappellani, per il quale la presenza di mons. Russo è “garanzia che la Chiesa italiana ha preso a cuore la realtà delle carceri continuando ad inviare consacrati che si sono messi a servizio per fasciare le ferite di uomini e donne privati della libertà”.

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