“Di fronte all’ennesimo, drammatico, naufragio di migranti, occorre far tacere ogni polemica e mostrare pietà”.
Lo scrive in una nota la Comunità di Sant’Egidio a proprosito della notizia dei 117 dispersi al largo della Libia, tra cui anche donne incinte e neonati, a causa di un naufragio. “Non si può far finta di niente: per un senso di umanità, che dovrebbe accomunare tutti, ma anche perché la loro tragedia ci riguarda da vicino”. Secondo la Comunità “è davvero scandaloso litigare – come si è fatto nei giorni scorsi – su un piccolo gruppo di persone già salvate ma non sbarcate: di fronte ad un fenomeno di così ampie proporzioni, che riguarda non solo il futuro dell’Africa, ma anche quello del nostro continente”. Per questo motivo, “l’Unione dovrebbe mettere da parte i litigi e avere il coraggio di avanzare proposte di ampio respiro, le uniche che possono contrastare con efficacia i trafficanti di esseri umani”. Il primo passo, secondo Sant’Egidio, è quello di “continuare a salvare chi è in pericolo, non solo nel mare ma anche nel deserto e nei campi di detenzione in Africa”. “In secondo luogo, occorre intervenire con intelligenza, in modo consistente, nei Paesi di origine dell’immigrazione per consolidare la pace e creare soluzioni occupazionali, a partire dai giovani”. “In terzo luogo – continua la nota -, è urgente anche pensare a vie di ingresso regolare – come lo sono i corridoi umanitari per chi fugge dalle guerre – perché favoriscono l’integrazione, che è l’unica risposta umanamente, economicamente e socialmente sostenibile ad un fenomeno che ci accompagnerà anche nei prossimi anni”.

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