“Globalizzazione 4.0: modellare un’architettura globale nell’epoca della quarta rivoluzione industriale” è il tema generale entro cui si muoverà l’edizione 2019 del Forum economico mondiale di Davos (22-25 gennaio). È necessario “definire un nuovo approccio alla globalizzazione”, perché sia “più inclusiva, sostenibile e basata su principi morali”, ha detto Klaus Schwab, fondatore e presidente esecutivo del Forum economico mondiale, introducendo oggi a Davos la conferenza stampa di presentazione del forum. Se per un verso ci sono “molti più vincitori che vinti della globalizzazione, è il momento di guardare ai perdenti, a chi è rimasto indietro”, ha insistito Schwab parlando della necessità di “una ri-moralizzazione della globalizzazione”. I numeri del Forum, presentati da Borge Brende: 3000 partecipanti di cui 1500 attivi in eventi, 70 capi di Stato e 300 ministri, 30 leaders delle organizzazioni internazionali, tra cui Antonio Guterrez (Onu) e Cristine Legarde (Fmi), migliaia di Ong, accademici, industriali e persone “che insieme possono avere un impatto positivo sulle sfide attuali”. Tra i nomi citati: la cancelliera Angela Merkel, il primo ministro palestinese Rami Hamdallah e quello israeliano Benjamin Netanyahu, quello giapponese Shinzō Abe, il presidente del Brasile Jair Bolsonaro, Cyril Ramaphosa dal Sud Africa, una “delegazione di alto livello dagli Usa”.
Il programma comprende 600 eventi, 300 sessioni nel programma ufficiale (150 trasmesse webcast). Per il 95% delle sessioni si è riusciti ad avere al tavolo dei relatori una rappresentanza di uomini e donne. Il tema generale sarà declinato in 6 macro-aree (geopolitica, futuro economico, industria, capitale umano e lavoro, resilienza al rischio, riforme istituzionali e cooperazione economica), con una attenzione specifica a identificare “soluzioni concrete” e “catalizzare gli impatti”. L’attenzione a “inclusività, dignità umana e sostenibilità ambientale” sarà trasversale al Forum, che vedrà anche la presenza di “global shapers” sotto i 30 anni.

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