“Dare voce a chi non ha voce”, in particolare alle “vittime delle altre guerre in corso, specialmente di quella in Siria, con l’immenso numero di morti che ha causato”. È l’appello del Papa, che nel discorso al Corpo diplomatico ha rivolto un ennesimo invito “alla comunità internazionale perché si favorisca una soluzione politica ad un conflitto che alla fine vedrà solo sconfitti”. Soprattutto “è fondamentale”, per Francesco, “che cessino le violazioni del diritto umanitario, che provocano indicibili sofferenze alla popolazione civile, specialmente donne e bambini, e colpiscono strutture essenziali come gli ospedali, le scuole e i campi-profughi, nonché gli edifici religiosi”. “Non si possono poi dimenticare i numerosi profughi che il conflitto ha causato, mettendo anzitutto a dura prova i Paesi limitrofi”, ha proseguito il Papa esprimendo ancora una volta “gratitudine alla Giordania e al Libano che hanno accolto con spirito fraterno e con non pochi sacrifici, numerose schiere di persone, esprimendo in pari tempo l’auspicio che i rifugiati possano fare rientro in patria, in condizioni di vita e di sicurezza adeguate. Il mio pensiero va pure ai diversi Paesi europei che hanno generosamente offerto ospitalità a chi si è trovato in difficoltà e pericolo”. “Tra quanti sono stati toccati dall’instabilità che da anni coinvolge il Medio Oriente vi sono specialmente i cristiani, che abitano quelle terre dai tempi degli Apostoli e che nei secoli hanno contribuito a edificarle e forgiarle”, l’altro appello di Francesco: “È oltremodo importante che i cristiani abbiano un posto nel futuro della Regione, e dunque incoraggio quanti hanno cercato rifugio in altri luoghi di fare il possibile per ritornare alle loro case e comunque a mantenere e a rinsaldare i legami con le comunità d’origine. In pari tempo, auspico che le autorità politiche non manchino di garantire loro la necessaria sicurezza e tutti gli altri requisiti che permettano ad essi di continuare a vivere nei Paesi di cui sono cittadini a pieno titolo e contribuire alla loro costruzione”.

“Purtroppo, nel corso di questi anni, la Siria e in generale tutto il Medio Oriente si sono trovati ad essere teatro di scontro di molteplici interessi contrapposti”, ha fatto notare il Papa, secondo il quale “oltre a quelli preminenti di natura politica e militare, non bisogna tralasciare pure il tentativo di frapporre inimicizia fra musulmani e cristiani”, che nonostante “dissensi e inimicizie” in diversi luoghi del Medio Oriente “hanno potuto per lungo tempo convivere pacificamente”. “Prossimamente avrò l’occasione di recarmi in due Paesi a maggioranza musulmana, il Marocco e gli Emirati Arabi Uniti”, ha annunciato Francesco: “Si tratterà di due importanti opportunità per sviluppare ulteriormente il dialogo interreligioso e la reciproca conoscenza fra i fedeli di entrambe le religioni, nell’ottavo centenario dello storico incontro tra san Francesco d’Assisi e il sultano al-Malik al-Kāmil”.

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