“Nel 2019 si celebra il 30° anniversario della ratifica della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e il 70° anniversario della Convenzione di Ginevra, ma oggi un maggior numero di Paesi è coinvolto in conflitti interni o internazionali più che in ogni altro momento degli ultimi 30 anni. I bambini che vivono in situazioni di conflitto sono fra coloro che hanno meno probabilità di avere i loro diritti garantiti. Gli attacchi contro i bambini devono finire”: lo ha dichiarato Manuel Fontaine, direttore dei Programmi di Emergenza dell’Unicef”. Nel corso del 2018, denuncia l’Unicef, le Nazioni Unite hanno verificato “in Siria, tra gennaio e settembre, l’uccisione di 870 bambini”, in Yemen, “l’uccisione o il ferimento in attacchi di 1.427 bambini, compreso un attacco ‘inconcepibile’ su uno scuolabus a Sa’ada”. E ancora, “in Afghanistan, le violenze e i massacri sono stati avvenimenti quotidiani con circa 5.000 bambini uccisi o feriti nei primi 9 mesi del 2018”; “nel nordest della Nigeria, I gruppi armati, comprese le fazioni di Boko Haram, continuano a colpire le ragazze che vengono stuprate, costrette a sposare combattenti o utilizzate come ‘bombe umane’”; “in Somalia, oltre 1.800 bambini sono stati reclutati dalle parti in conflitto nei primi 9 mesi del 2018 e 1.278 sono stati rapiti”.

Drammatica è la situazione dei bambini anche in Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo, Iraq, nel Bacino del Lago Ciad, in Mali, Burkina Faso e Niger, Myanmar, Palestina, Sud Sudan, Ucraina orientale, Camerun.
“I bambini che vivono in zone di conflitto negli ultimi 12 mesi hanno continuato a soffrire livelli estremi di violenza e il mondo ha continuato a deluderli – ha aggiunto Fontaine-. Da troppo tempo le parti in conflitto stanno commettendo atrocità con un’impunità quasi totale e tutto questo sta solo peggiorando. Molto di più può e deve essere fatto per proteggere e dare assistenza ai bambini”.
“È necessario fare molto più per prevenire la guerra e porre fine a molti disastrosi conflitti armati che devastano le vite dei bambini. Eppure, anche se le guerre continuano, non dobbiamo mai accettare gli attacchi contro i bambini. Dobbiamo fare in modo che le parti in guerra abbiano l’obbligo di proteggerli. Altrimenti, saranno i bambini, le loro famiglie e le loro comunità che continueranno a soffrire conseguenze devastanti, ora e negli anni a venire”, ha detto Fontaine.

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