Di Paolo Lambruschi

Nasceva un secolo fa, uno dei giganti della carità italiana, don Giovanni Nervo, le cui idee accompagnate da grande umanità e da una coerenza rigorosa hanno affascinato generazioni di volontari e accompagnato nascita e sviluppo della Caritas sul territorio nazionale. Un convegno a Padova lo ha recentemente celebrato.

Nato da una famiglia sfollata della Prima guerra mondiale nella Bassa lodigiana, a Casalpusterlengo, il 13 dicembre 1918, entra in seminario a Padova a 13 anni. Ordinato sacerdote nel 1941, partecipa dal 1943 al 1945 alla Resistenza come staffetta partigiana. Dopo la guerra inizia a interessarsi ai poveri e ai problemi sociali come assistente provinciale delle neonate Acli, poi come cappellano di fabbrica dell’Opera nazionale assistenza religiosa e morale agli operai. Nel 1951 istituisce la Scuola superiore di servizio sociale di Padova che dirigerà fino al 1970 e nel 1964 promuove la Fondazione Emanuela Zancan, centro studi sulla sanità, il welfare e l’educazione, della quale sarà presidente fino al 1996 e poi presidente onorario.

Nel 1971, quando Paolo VI sciolse la Pontificia opera di assistenza affinché la Cei costituisse un proprio organismo pastorale, la Caritas, don Nervo fu chiamato a organizzarla e dirigerla fino al 1986. Il sacerdote pensava che la carità fosse dimensione costitutiva dell’essere cristiano, che non si esaurisse con l’erogazione di servizi assistenziali, ma fosse profezia e denuncia. Era il «valore pedagogico» della carità e partendo da questo assunto si impegnò perché in ogni diocesi venisse costituita una Caritas con una struttura organizzativa, operativa e direttiva. Obiettivo centrato.

Profetica l’intuizione di fare spazio ai giovani obiettori al servizio militare. Nel 1976 si tenne il primo Convegno ecclesiale della Chiesa italiana su “Evangelizzazione e promozione umana”, nel quale venne lanciata la proposta di utilizzare obiettori di coscienza anche nelle strutture cattoliche. L’anno successivo la Caritas firmò la convenzione con il ministero della Difesa per curare la formazione e il servizio nei propri centri. Quando nel 2005 venne sospesa la leva, vi avevano prestato servizio civile quasi 100 mila obiettori.

Nervo fu anche sostenitore del ruolo del volontariato nella Chiesa e della società come strumento di testimonianza evangelica, stimolo civile e coesione sociale. Primo banco di prova fu il terremoto del Friuli del maggio 1976 quando la Caritas promosse i gemellaggi di volontari tra diocesi del nord e del sud per sostenere la popolazione, metodo innovativo adottato da quel momento dalla Caritas italiana in tutte le emergenze nazionali e internazionali. Ultima intuizione, dopo il Convegno ecclesiale di Loreto del 1985 diede impulso agli “Osservatori permanenti” che ogni anno redigono i puntuali rapporti sulla povertà.

Nel 1996 ricevette la laurea ad honorem in Economia dall’Università di Udine e nel 2003 in Scienze dell’educazione dall’Università di Padova. Morì il 21 marzo 2013. Autore prolifico, per divulgarne il pensiero nel 2009 Caritas ha realizzato con Edb la miscellanea dei suoi scritti La Chiesa della carità, nel 2015 l’audiolibro Il mare è fatto di gocce e nel 2017 Gemme di carità e giustizia.

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