“Confermiamo la nostra solidarietà al popolo palestinese, piegato dall’occupazione e che sospira perché la situazione è stagnante. Chiediamo alla comunità internazionale di sostenere la Palestina nel quadro dei ‘Due Stati’ e di rimpatriare i profughi palestinesi. Ribadiamo il nostro totale rifiuto di Gerusalemme quale capitale d’Israele, che vi si trasferisca l’ambasciata degli Stati Uniti e che si faccia di Israele uno stato nazionale per gli ebrei”. È la dura posizione dei Patriarchi cattolici d’Oriente contenuta nel messaggio finale della loro 26ª riunione svoltasi dal 26 al 30 novembre a Baghdad e dedicata ai giovani come “segno di speranza in Medio Oriente”. Nel messaggio, diffuso oggi dal Patriarcato caldeo di Baghdad, i patriarchi fanno il punto Paese per Paese del Medio Oriente esprimendo, per la Siria, “soddisfazione per la stabilizzazione di molte parti del Paese e la speranza è che presto tutta la nazione possa essere pacificata” con il ritorno di profughi e rifugiati così da sostenere il percorso di “unità nazionale”. Soddisfazione anche per l’Iraq, dove si respira un’atmosfera “positiva” grazie all’elezione del presidente della Repubblica e delle altre cariche istituzionali. Tuttavia i patriarchi ribadiscono “la necessità di sradicare il pensiero oscurantista di Daesh”. Plauso al Libano per l’accoglienza offerta ai profughi e rifugiati siriani condito con la speranza che si possa formare a breve un nuovo Governo. Nel messaggio si chiede all’Egitto di “rinnovare il discorso religioso e modernizzare i curricula scolastici in modo da garantire l’uguaglianza e fondare il futuro sulla cittadinanza e lo spirito di fratellanza tra tutti gli egiziani”. Ribadita “la solidarietà alle famiglie dei martiri” e la convinzione che “l’Egitto rimarrà il modello di apertura e resistenza di fronte a tutti gli estremismi”. La prossima riunione dei patriarchi si terrà al Cairo, ospitata dal Patriarcato copto-cattolico, dal 25 al 29 novembre 2019.

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