“Negli ultimi 12 giorni, più di 150 donne e ragazze hanno ricevuto assistenza dopo aver subito violenza sessuale, compresi casi di stupro, vicino a Bentiu in Sud Sudan. Ci uniamo alla condanna del rappresentante speciale del segretario generale delle Nazioni Unite in Sud Sudan per questo attacco terribile”. È quanto affermano in una dichiarazione congiunta Mark Lowcock, sottosegretario generale delle Nazioni Unite per gli affari umanitari e coordinatore degli aiuti d’emergenza, Henrietta Fore, direttore generale di Unicef, e Natalia Kanem, direttore generale del Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (Unfpa).
“Gli aggressori – proseguono – sono stati descritti come uomini armati, molti in uniforme. Chiediamo alle autorità competenti di denunciare pubblicamente gli attacchi e assicurare che tutti i responsabili di questo crimine vengano processati. Tutte le parti in conflitto devono rispettare i loro obblighi secondo il diritto internazionale umanitario e porre fine agli attacchi contro i civili”.
“Questi attacchi – avvenuti durante la campagna internazionale di 16 Giorni di attivismo contro la violenza di genere – ci ricordano che una tendenza generale alla violenza di genere, che comprende anche la violenza sessuale, è ancora in uso in Sud Sudan. Nella prima metà del 2018, ai servizi di assistenza sono stati segnalati circa 2.300 casi di violenza di genere, la maggior parte contro donne e ragazze. Più del 20% dei sopravvissuti che si sono fatti avanti erano minorenni. Il numero reale però è molto più alto, dato che la violenza di genere continua ad essere poco denunciata”.
La dichiarazione si conclude con un appello: “Chiediamo alle autorità di garantire la protezione e la sicurezza dei civili e degli operatori umanitari, di garantire che non si verifichino altre terribili violazioni come questa e che l’assistenza raggiunga tutti coloro che ne hanno bisogno”.

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