SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Un grido di aiuto si leva dall’Africa equatoriale, più precisamente dalla Repubblica Democratica del Congo, terra martoriata da guerre, divisioni e succedersi di dittature che non lasciano intravedere un futuro di immediato cambiamento.

A dimostrazione che non tutto è perduto, l’Associazione senza scopo di lucro “Croce del Sud” ha avviato il progetto “I Bambini di Uvira” destinato alla scolarizzazione dei bambini congolesi. “Vogliamo realizzare un piccolo miracolo” – dice il presidente della onlus don Francesco Ciabattoni – “che non ha lo scopo di fermare la guerra od entrare nelle dinamiche politiche ed economiche di questa terra, ma si pone l’obiettivo di creare per tutti i bambini un reale diritto allo studio, che rappresenta il presupposto per portare il Congo fuori dalla grave crisi che attraversa. Il Paese non ha infatti una reale classe dirigente anche a causa della scarsa istruzione.”

Gli fa eco don Juvénal Mukamba Lukumbusho della Parrocchia San Francesco Saverio di Kamituga ( Rep. dem. Congo) e vicario assistente presso la parrocchia Sacra Famiglia di Ragnola. “Spinto dalla reale urgenza di povertà nel mio Paese, mi sento in dovere di gridare aiuto all’associazione missionaria La croce del Sud ed alle persone di buona volontà della parrocchia che mi offre l’ospitalità e dove esercito il mio ministero sacerdotale oggi. Il progetto “I Bambini di Uvira” promuove l’educazione, l’integrazione socio-economica e professionale dei bambini svantaggiati dalla storia: i poveri, gli orfani di guerra e di HIV, per dar loro le stesse possibilità riservate agli bambini della loro generazione.”

La risposta concreta di solidarietà non tarda a venire dall’associazione missionaria “Croce del Sud” di don Francesco Ciabattoni. “Far studiare le persone può significare ipotecare il futuro. Garantendo un processo di alfabetizzazione di base e limitando l’abbandono scolastico, i bambini di oggi diventeranno il volto del Congo di domani, più rispettoso dei diritti umani, meno violento e più attento alle esigenze dei poveri. Il progetto inizia quest’anno in modo sperimentale, seguirà lo stesso schema delle adozioni a distanza attivato in maniera funzionale in Amazzonia. Con le dovute differenze, lo esportiamo in Congo. Chiediamo a chi vuole, di farsi carico di un bambino per permettergli di mangiare, studiare, vestire, di avere materiale scolastico. Don Juvénal è stato nella sua terra due settimane fa e su mia indicazione ha messo su una piccola equipe che possa localmente seguire questo progetto. La croce del Sud ha già anticipato l’adozione di 50 bambini selezionati: ora chiediamo, a chi vuole, di farsi carico di un bambino inviando una richiesta di apertura dell’adozione riempiendo una scheda che sarà fornita. In seguito saranno consegnati un certificato di adozione, foto e informazioni relative al bimbo adottato. Periodicamente si riceveranno notizie e foto aggiornate. L’adozione a distanza potrà essere rinnovata di anno in anno oppure lasciata. Abbiamo calcolato una spesa di circa 250 euro annue, ma se non si fosse in grado di sostenere tale cifra, si può fare un’offerta una tantum per sostenere questo progetto.”

Della drammatica situazione della Repubblica Democratica del Congo (i cui confini possono essere segnati tra Parigi e Mosca), ne parla S.E. Sebastiano Muyengo Mulombe dalla Diocesi di Uvira, in visita nella parrocchia Sacra Famiglia di Ragnola: “La situazione politica nel paese é dominata dal mancato rispetto degli accordi tra governo ed opposizioni, mediati dalla Chiesa locale. La conseguenza è una forte incertezza nell’indizione di elezioni libere e democratiche. I leader manipolano la popolazione per creare un clima di insicurezza, in modo da scongiurare ogni possibile sviluppo civile. In questo sistema, il valore della valuta è raddoppiato in due anni, ciò rende la sopravvivenza delle popolazioni tanto difficile quanto quasi impossibile. La Chiesa è l’unica voce autorevole del Paese e per questo ci troviamo in prima linea e contiamo il maggior numero di morti e di villaggi distrutti. Le manifestazioni dei cristiani sono soffocate nel sangue, esercito e polizia rispondono sistematicamente con la violenza. Tutti questi aspetti indeboliscono la vita della popolazione. Ogni famiglia ha delle storie di violenza e di lutto da raccontare. Tutte hanno difficoltà a mandare i loro figli a scuola ed i primi ad essere sacrificati sono i bambini e le ragazze giovani. Questi, secondo le ultime stime dell’Unicef, vengono arruolati e impegnati nelle miniere di cobalto, minerale utilizzato per la produzione di batterie ricaricabili utilizzate per i cellulari, tablet, computer e altri dispositivi elettronici.”

Conclude don Francesco: “Questa è la nostra proposta di solidarietà. Ampliando gli orizzonti, ci auguriamo che l’apertura tra l’Italia ed il Congo possa portare anche ad altri progetti. Per gettare le basi di un ponte tra le due Diocesi il Vescovo Carlo Bresciani ha incontrato il Vescovo Sebastiano Muyengo Mulombe nella mattina del 3 dicembre. E’ ancora prematuro prevedere un coinvolgimento diretto della diocesi, ma non è escluso che sulla spinta positiva di questo progetto, i sacerdoti congolesi possano prestare il loro servizio qui, come don Juvénal presso la parrocchia Sacra Famiglia.”

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