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Montalto Marche, Vescovo Bresciani agli studenti: “La vocazione non è esclusiva del Clero”

Di Federica Del Gobbo ed Eleonora Di Felice 5° liceo Montalto

MONTALTO DELLE MARCHE – Venerdì 30 novembre gli alunni del liceo classico di Montalto, insieme ai loro docenti e al preside, si sono recati, come ogni anno, al Monastero delle Clarisse per prendere parte alla celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo Carlo Bresciani e concelebrata dal parroco locale, Don Lorenzo Bruni.
Dopo la funzione, celebrata in greco e in latino e accompagnata dal coro formato dagli studenti, e il consueto rinfresco, i ragazzi si sono riuniti nell’Aula Magna della scuola per porre al Vescovo le loro domande, frutto del lavoro di gruppo svolto dalle classi, in concomitanza con il Sinodo dei Giovani 2018.
Il primo quesito posto a Sua Eccellenza, riguardante la parte finale del Padre Nostro, che recitava “non ci indurre in tentazione”, ora modificata in “non abbandonarci in tentazione”, trova risposta nel fatto che la precedente traduzione di San Girolamo non rivela, in realtà, che Dio vuole aiutarci nelle tentazioni.
Per quanto riguarda la delicata questione del celibato e della sessualità, il Vescovo ha spiegato che l’adesione al sacerdozio è una vocazione libera, che implica, altrettanto liberamente, l’adesione al celibato; nonostante ciò, i membri del clero riscontrano le stesse difficoltà, nel dominare i propri istinti, comuni a tutti gli esseri umani. Il controllo di noi stessi, però, riguarda anche la sessualità poiché questa è sì positiva, ma allo stesso tempo può portare a fare del male alle altre persone, in quanto va a toccare i loro sentimenti più profondi.
Per darci delucidazioni su cos’è la vocazione, il Vescovo ha sostenuto che questa non è esclusiva del Clero, ma appartiene anche a tutti gli uomini. Vocazione, infatti, significa costruire bene la propria vita insieme agli altri, facendo qualcosa di buono.
La domanda seguente ha riguardato l’interpretazione della Bibbia, che può essere ritenuta veritiera in quanto si occupa del vero senso della vita e non esclusivamente dei fatti.
Invece sul problema del male nel mondo, nonostante la presenza di Dio, ha spiegato che questo proviene dalla cattiveria umana, dall’imperfezione del mondo e dell’uomo. Infatti Sant’Agostino diceva che dove manca la perfezione manca il bene. Perciò l’intervento di Dio si riscontra nell’aiutare l’uomo a capire come eliminare il male.
Infine il Vescovo ha sfatato la falsa credenza dell’opulenza della Chiesa, rivelandoci che quest’ultima non mira ad arricchirsi, ma a servire la gente attraverso le offerte ricevute dal popolo, fornendoci come esempio l’operato concreto della sua diocesi.
Per concludere il Vescovo ha richiamato il monito di Sant’Agostino a cercare la verità in Dio, che è “interior intimo meo” (più intimo del mio intimo), e quindi ad abbassare il volume della realtà per riscoprire la presenza di Dio nella quiete silenziosa della nostra anima.