“Papa Francesco lotta una Chiesa clericale, perché il clericalismo è il contrario del Vangelo, della comunione.
Quando Gesù sentì parlare di potere e di Regno di Dio sulla terra prese un grembiule e andò a lavare i piedi, un gesto che provocò grande scandalo perché veniva compiuto solo dagli schiavi. Il potere della Chiesa è quello di custodire con tenerezza e misericordia quello che le è stato affidato, la cura dell’umanità, soprattutto della parte più povera, oppressa, indifesa. È quello che Francesco ci esorta a fare”. Lo ha detto il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, rispondendo alle domande dei partecipanti all’incontro “Papa Francesco tra profezia e resistenze”, promosso dall’Istituto Conestabile-Piastrelli di Perugia, nei giorni scorsi, nell’Oratorio dell’Annunziata. Il card. Bassetti ha sviluppato la sua presentazione del “Papa venuto dalla fine del mondo” su “quattro elementi fondamentali di riflessione”: il “Papa di Aparecida”, la “semplicità” evangelica, i “poveri” delle periferie, il “potere del mondo contemporaneo”. Quest’ultimo aspetto “ha attirato addosso al Papa molte critiche per essere entrato nei meccanismi della finanza e dell’economia del pianeta”. Parlando di Francesco, il porporato ha sottolineato la sua capacità di “vedere gli invisibili, ovvero gli scarti umani della globalizzazione dell’indifferenza”. “È iniziata una nuova storia per la Chiesa e per il papato. Perché a mio avviso di questo si tratta: questo pontificato non è una semplice parentesi storica, ma segna un passaggio d’epoca eccezionale – ha evidenziato il cardinale -. Il pontificato di Papa Francesco non è una tempesta, è un fatto epocale e profetico, di cui riusciremo a cogliere i frutti autentici tra alcuni anni quando ormai questo mondo in transizione non ci sarà più e il ‘cambiamento d’epoca’ evocato dal Santo Padre sarà una concreta realtà”.

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