Alberto Campoleoni

“Zappando” tra i siti di informazione, nei giorni scorsi si poteva incontrare questa notizia: “Bimba tenta il suicidio prima del suo compleanno. Veniva bullizzata a scuola”. E la prima parola che colpisce è “bimba”, perché lascia immaginare una vittima molto piccola. In effetti si tratterebbe di una bambina di 10 anni, inglese, la quale – secondo la cronaca – avrebbe preso delle pillole e sarebbe per questo finita in ospedale. La causa, a detta della madre, sarebbe da cercare in atti di bullismo subiti a scuola.
Vera o no che sia la notizia, è indubbio che non si possa far calare l’attenzione sul tema del bullismo – e del cyber bullismo – nelle aule scolastiche e non solo. Come noto, si tratta di fenomeni diffusi e nei confronti dei quali proprio la scuola può e deve operare in difesa dei più piccoli. Da tempo è in atto una mobilitazione importante sull’argomento, con associazioni che fanno molto – una su tutte Telefono Azzurro – i media che ne parlano, le istituzioni che si attrezzano a cominciare dalla formazione degli educatori.
Un nuovo segnale in questa direzione è la recente riunione al ministero dell’Istruzione dei referenti degli Uffici scolastici regionali per il bullismo e il cyberbullismo con l’obiettivo di aggiornarsi sugli ultimi dati relativi alle attività della piattaforma dedicata agli insegnanti nell’ambito del progetto Generazioni Connesse, per l’uso consapevole del web e la sicurezza su internet, programma coordinato dal Miur e co-finanziato dalla Commissione europea. Nel biennio 2017-2018 – questi i dati diffusi dal Ministero – sono stati 7.331 i docenti che si sono iscritti alla piattaforma.
Sul sito (www.generazioniconnesse.it) si trova tra l’altro un interessante vademecum, una “Guida operativa per conoscere e orientarsi nella gestione di alcune problematiche connesse all’utilizzo delle tecnologie digitali da parte dei più giovani”. Riporta in modo organizzato informazioni e indicazioni operative rispetto a problematiche quali: il cyberbullismo, i siti pro-suicidio, i siti pro-anoressia e pro-bulimia, il gioco d’azzardo online, la pedopornografia online, l’adescamento online, il sexting, il commercio online, i videogiochi online e la dipendenza da Internet. Non solo, in una seconda parte il vademecum raccoglie – raggruppandoli a livello regionale – i riferimenti dei servizi a cui ci si può rivolgere qualora ci si trovi a dover affrontare e gestire le diverse problematiche ricordate sopra. Per genitori e insegnanti e in generale per chi opera come educatore la Guida è uno strumento molto utile.
Utile è anche – per la formazione dei docenti e il monitoraggio del fenomeno del cyber bullismo – il portale Elisa (acronimo di E-Learning degli insegnanti sulle strategie antibullismo), avviato nell’ottobre scorso alla Fiera Didacta e dedicato soprattutto a corsi teorici e pratici, ma in grado anche di contribuire alla raccolta dati sul fenomeno, grazie a indagini statistiche mirate cui possono partecipare le scuole.
Anche di questo si è parlato nella riunione al Ministero, come a sottolineare la volontà di mantenere alta l’attenzione su problematiche che talvolta sfociano in vere e proprie tragedie, documentate dai media, e di fronte alle quali il mondo della scuola continua a mettere a disposizione informazioni e formazione.

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