SAN BENEDETTO DEL TRONTO – I consultori d’ispirazione cristiana compiono 40 anni e per l’occasione il Centro Famiglia di San Benedetto del Tronto ha organizzato un incontro che si è svolto nel pomeriggio di sabato 11 novembre presso l’auditorium comunale “Tebaldini”. L’incontro è stato moderato dal giornalista Rai Vincenzo Varagona e gli interventi dei relatori sono stati intervallati da brani musicali eseguiti dai maestri Alessio Giuliani (violino) e Sergio Capoferri (pianoforte).

L’assessore comunale Emanuela Marconi ha portato il saluto dell’amministrazione comunale e ha sottolineato l’importanza del Centro Famiglia per il tessuto sociale sambenedettese, ricordando che proprio quest’anno la benemerita istituzione ha ricevuto il Gran Pavese (la massima onorificenza cittadina).

Ha preso poi la parola il consigliere regionale Luca Marconi che ha affermato che il bene della famiglia nella nostra regione passa attraverso i consultori familiari, anche se essi sono circa il 30% in meno rispetto a quelli che ci dovrebbero essere: uno ogni 28.000, anziché uno ogni 20.00. Secondo Marconi, per quanto riguarda la famiglia, occorre una stretta collaborazione fra pubblico e privato e in tal senso si muoverà la regione nei prossimi anni, compatibilmente con le risorse disponibili. Il consigliere ha poi letto il messaggio inviato dal presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli, il quale si è dichiarato favorevole all’applicazione integrale della legge 194 al fine di ricorrere all’aborto solo come extrema ratio, secondo lo spirito della legge, varata 40 anni fa.

Don Vincenzo Marcucci, fondatore del consultorio di Fermo, ha ripercorso la storia dei consultori da 40 anni a questa parte, ricordando che essi sono nati negli anni ‘70 per rispondere alle nuove sfide venutesi a creare in quegli anni con l’introduzione del divorzio, dell’aborto e la riforma del diritto di famiglia, in un quadro sociale e culturale molto diverso rispetto agli anni precedenti. Il sacerdote non ha mancato di evidenziare anche alcune difficoltà iniziali, come quella di essere considerati troppo religiosi dalla società civile e troppo laici dalla comunità ecclesiale.

Lo psicologo Ezio Aceti e i coniugi Rino e Rita Ventriglia hanno offerto la loro testimonianza. Aceti ha ricordato come sia nato il consultorio di Erba (provincia di Como), di cui ha fatto parte, per iniziativa di otto sacerdoti e di altrettanti laici che hanno lavorato in sinergia per il bene delle famiglie. Secondo Aceti il consultorio è un luogo di ascolto, di dialogo, dove gli operatori, lavorando in equipe, si fanno carico del disagio vissuto dalle famiglie, senza trascurare di portare nella realtà della famiglia la luce del Vangelo. Da parte loro, i coniugi Ventriglia hanno sottolineato l’importanza del legame di coppia per l’intera vita familiare, definendolo come il “primo figlio” del quale avere cura. Nell’accompagnare le famiglie ferite dalle esperienze di disgregazione, non bisogna sedersi in cattedra, ma mettersi a fianco delle coppie, come persone che già hanno fatto esperienza di difficoltà e intoppi nella vita familiare. In questa attività non solo si offre aiuto, ma se ne riceve tanto.

È stata poi la volta di Paolo Perticaroli, presidente del Forum delle Associazioni Familiari Marche che raccoglie nella nostra regione 26 diverse sigle provenienti dall’associazionismo prolife e familiare e che si propone la difesa dell’istituto familiare. Il Forum è nato infatti per rispondere all’appello della Familiaris consortio di rendere le famiglie e le associazioni familiare protagoniste del loro destino, facendosi anche promotrici presso le istituzioni di leggi che siano a favore dell’istituto della famiglia. Perticaroli ha poi illustrato alcuni dei progetti proposti dal Forum.

Il Vescovo Carlo Bresciani ha ricordato come la famiglia rientri nel progetto originario di Dio e che dunque la Chiesa non può fare a meno di aiutarla e sostenerla. Nella famiglia infatti cresce e si sviluppa la personalità dei suoi componenti e lo Stato dovrebbe promuoverla, invece di occuparsi, come sempre più spesso accade, dei soli diritti individuali. Secondo il Vescovo della diocesi truentina, il mancato sostegno delle istituzioni alla famiglia alimenta la disgregazione di quella che è la cellula fondamentale della società, i cui danni, anche in termini economici, sono incalcolabili. Infine, il prelato ha accolto con piacere la dichiarazione di intenti della Regione Marche esposta dal consigliere Marconi in merito a un maggior riconoscimento del cosiddetto “privato sociale”, poiché, ha sottolineato, i cristiani non cercano dalle istituzioni civili dei privilegi, ma il giusto riconoscimento per il lavoro sociale svolto in favore dell’intera società.

Don Edoardo Algeri, presidente della Confederazione italiana dei Consultori familiari di ispirazione cristiana, ha tratto un bilancio dell’attività dei consultori, invitando a non gloriarsi dei risultati raggiunti, ma a essere pronti a raccogliere le nuove sfide che la società attuale lancia. Il sacerdote ha parlato della necessità per le famiglie di non avere tifosi sugli spalti, ma di gente che concretamente si spenda per esse, assicurando quei livelli minimi di assistenza gratuita che i consultori riescono a fornire. Più in generale la Chiesa oggi deve preparare non al matrimonio, ma alla vita matrimoniale e i consultori non devono essere considerati la traumatologia della familglia, ma il luogo dove si inizia a camminare di nuovo.

Ha concluso l’incontro l’intervento del responsabile del Centro Famiglia di San Benedetto Nicola Farinelli.

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